Smart working, il Comune vota 8 "Ma poca socialità e spazi ridotti"

Questionario di Palazzo Marino, 6.829 dipendenti promuovono il lavoro da casa, ma indicano criticità L’assessore Tajani: la normalità è tornare in ufficio, ha ragione Sala, ma i giorni di flessibilità cresceranno

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I dipendenti comunali promuovono con un voto alto, quasi un otto (7,7) lo smart working. Al di là dell’affondo del sindaco Giuseppe Sala sui rischi del lavoro da casa – dalla città che si svuota e ferma l’economia ai potenziali licenziamenti soprattutto nelle imprese private – i 6.829 lavoratori municipali (sui circa 7 mila in smart working durante i mesi di lockdown) che hanno risposto al questionario sul tema offrono un giudizio positivo sul lavoro agile, pur forzato a causa dell’emergenza coronavirus.

I più soddisfatti sono i lavoratori da desk informatico (8,8) e quelli fino ai 45 anni di età (7,8), i meno convinti i vigili urbani (6,8) e gli ultra 60enni (7,3). Ma una minoranza di dipendenti segnala la mancanza di socialità tra colleghi e la difficoltà nel gestire gli spazi all’interno della propria casa tra famiglia e lavoro. Tante luci e qualche ombra, dunque. I risultati del questionario sono stati presentati ieri pomeriggio dagli assessori Cristina Tajani (Lavoro), Roberta Cocco (Trasformazione ne digitale) e Lorenzo Lipparini (Partecipazione). Una delle domande poste ai dipendenti comunali affronta il tema sollevato nei giorni scorsi dal giuslavorista Pietro Ichino, secondo il quale lo smart working è stato una vacanza per i dipendenti pubblici. I lavoratori del Comune la pensano diversamente: il 36,8% crede che la sua produttività sia rimasta uguale a quella dei giorni in ufficio, il 17,3% che sia stata maggiore e il 12,9% che sia stata di poco maggiore. Il 14,2% invece risponde che la sua produttività è stata minore e il 18,8% di poco minore. Non solo. Il 72,5% dei dipendenti sottolinea di aver acquisito nuove competenze, in particolare informatiche e organizzative. E la Cocco racconta che "tra marzo e aprile gli uffici dell’Anagrafe hanno smaltito 24 mila pratiche che erano in arretrato". Tra i punti di criticità, come accennato sopra, la mancanza di socializzazione con i colleghi (44,3%), l’assenza di strumenti tecnologici per lavorare da casa (37,3%) e il clima di incertezza generale provocato dallo stare lontano dal consueto luogo di lavoro (36,9%).

La Tajani, intanto, commenta: "I livelli di soddisfazione per il lavoro agile tra i dipendenti comunali sono molto alti. Il ritorno alla normalità? La legge ci consente di utilizzare questa forma di lavoro agile straordinario fino al 31 luglio. Ma il ritorno negli uffici dei dipendenti comunali è già iniziato. Nei mesi di lockdown ce n’erano 1500-1700, adesso siamo saliti a oltre 3 mila. E in autunno ci adegueremo. La mia posizione in contraddizione con quella del sindaco? No. Deve essere chiaro che lo smart working non è lavorare da casa cinque giorni su cinque, ma solo alcuni giorni al mese. In questo senso, se prima dell’emergenza utilizzavano questo strumento 321 dipendenti, in futuro questo numero aumenterà".

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