Sindacati e dipendenti Verti "Il posto di lavoro non si tocca"

Fischi, boati e cori. Una giornata di sciopero. e un presidio davanti. al palazzo della Regione

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Fischi, boati, cori. "Il posto di lavoro non si tocca. Lo difenderemo con la lotta". Sindacati e dipendenti di Verti hanno organizzato ieri una giornata di sciopero e un presidio davanti al palazzo della Regione, dove si è tenuto il primo incontro dell’ultima fase della procedura di licenziamento collettivo, che è stata aperta l’1 agosto dalla società di assicurazione del Gruppo Mapfre. Sul tavolo ci sono 175 licenziamenti, dopo che 140 hanno già lasciato l’azienda nei mesi scorsi. Una vertenza difficile che era iniziata nel novembre 2021 con la dichiarazione di 325 esuberi strutturali. "È un anno che sentiamo sempre le stesse cose, che l’azienda deve risparmiare sui costi del personale - ha commentato Paolo Plona di Fisac Cgil -. La responsabilità di questa situazione non è nostra ma è del management, di Mapfre, è di tutti coloro che hanno traghettato questa compagnia, che aveva mille dipendenti, fino a ridurla a brandelli. Noi siamo l’ultimo pezzo da mandare via". Il progetto finale è la chiusura di tutto il contact center (141 lavoratori) e la riduzione di tutti gli altri reparti (34 dipendenti). "Vogliono un’azienda ridotta all’osso con 200 persone. Hanno già raggiunto l’obiettivo parziale di un travaso di lavoratori ad società terze, dove lo stipendio è la metà - ha ricordato Plona, insieme alle Le Rsa di Fisac Cgil, First Cisl, F.N.A., Uilca -. Avevamo avanzato diverse proposte: avevamo chiesto la cassa integrazione prevista dal contratto e l’azienda ha detto no. Avevamo chiesto il fondo straordinario per i pensionamenti, che seppur pochi potrebbero esserci, e l’azienda ha detto “sì ma mi firmate anche i licenziamenti”. Questo è un ricatto a cui non vogliamo sottostare. Chiediamo che Verti metta sul tavolo finalmente qualcosa di credibile, a partire dai ricollocamenti". La preoccupazione dei sindacati si estende anche al di fuori della vicenda colognese. "È un precedente pericoloso: esternalizzazioni di attività e licenziamenti di personale costituiscono un attacco al contratto nazionale, alle sue tutele, al sistema di relazioni industriali e alle prassi di settore".

La.La.

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