Sindaca indagata per un dito schiacciato "E adesso cambiamo questa legge"

Crema, Stefania Bonaldi: delicata interazione con poteri dello Stato, ma così la democrazia è in difficoltà

CREMA (Cremona)

di Pier Giorgio Ruggeri

Grande scalpore ha suscitato la notizia dell’avviso di garanzia ricevuto dal sindaco di Crema, Stefania Bonaldi, per un fatto accaduto in un asilo nido nell’ottobre dello scorso anno. Un bambino di 18 mesi aveva messo la mano in una porta tagliafuoco col risultato di avere l’indice della mano sinistra quasi tranciato e un secondo dito ferito. Portato al San Raffaele, il piccolo era stato operato e, dopo tre mesi di cure, era guarito. I genitori avevano presentato un esposto. Lunedì durante il consiglio comunale, il sindaco ha informato dell’arrivo di un avviso di garanzia che riguarda quei fatti.

Sindaco, si aspettava un avviso di garanzia per l’infortunio al bambino?

"Sinceramente no, era inaspettato".

Lei dice che la legge sulla responsabilità dei sindaci va cambiata ma come mai nessuno dei vostri rappresentanti ha mai presentato proposte di modifica?

"Stiamo parlando di una delicatissima interazione tra due poteri distinti dello Stato ed è naturale che si debba essere molto cauti nell’intervenire da parte del legislatore. Tuttavia, ribadisco che credo sia giunto il momento di ragionare su una maggiore tutela legale per i sindaci, che naturalmente nulla c’entra con l’impunità".

Quando è successo il fatto aveva telefonato ai parenti del piccolo. È rimasta in contatto con loro in questi mesi?

"Sì, subito dopo l’accaduto chiesi ragguagli, e non solo. I genitori sono stati anche nel mio ufficio, abbiamo parlato della vicenda e mi raccontarono della positiva evoluzione del danno subito dal bambino, ristabilitosi pienamente. Sono rimasta in contatto coi genitori anche successivamente".

Perché ha scelto di comunicare il ricevimento dell’avviso durante il consiglio comunale?

"Ricopro un incarico pubblico, mi è sembrato giusto e corretto nei confronti dell’istituzione che rappresento".

Ha già pronti gli argomenti per la sua difesa, ammesso che si vada davanti a un giudice?

"Ci stiamo lavorando, col mio legale e ho già alcune argomentazioni a mio parere convincenti sia sul tema sicurezza della porta e sua funzione, sia per quanto riguarda la questione se il sindaco sia da considerare datore di lavoro in questo specifico caso".

Lei ha ricevuto e sta ricevendo molti attestati di solidarietà. Quali sentimenti le provocano?

"Sono molto grata ai miei colleghi. D’altra parte conoscono, come e anche più di me, il problema. Sento, nelle loro parole e nella loro espressione pubblica di solidarietà, il bisogno della nostra categoria di parlarne senza tentennamenti. Qualcuno potrà anche pensare che si tratti di una difesa corporativa, ma sarebbe soltanto disinformato: è un argomento che tocca profondamente lo svolgimento sano della democrazia".