Silvia Romano è a rischio: sorveglianza potenziata

La cooperante resterà in quarantena, altre forme di tutela verranno decise al termine delle indagini

Il saluto di Silvia Romano dalla finestra di casa sua al Casoretto

Il saluto di Silvia Romano dalla finestra di casa sua al Casoretto

Milano, 15 maggio 2020 - Tecnicamente si chiama: "vigilanza dinamica su obiettivi sensibili". Silvia Romano, la 24enne cooperante, rapita in Kenya e liberata dopo 18 mesi passati nelle mani del più feroce gruppo terroristico islamico somalo, verrà sorvegliata a vista da polizia e carabinieri per tutto il periodo della quarantena, in cui sostanzialmente dovrà restare in casa.

L’eventuale provvedimento di "vigilanza generica radiocollegata" o oltre forme di tutela verranno assunte dal comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica che si riunirà nei prossimi giorni anche sulle base delle risultanze delle indagini su insulti e minacce via web. Per ora polizia e carabinieri si limitano a passare sotto la casa dei Romano, in via Casoretto, a restare qualche minuto segnando sul foglio di servizio l’orario preciso del transito. Una sorveglianza necessaria anche a scongiurare episodi di tensione. Silvia appre serena. "Vi chiedo di non arrabbiarvi per difendermi, il peggio per me è passato". È la sua "voce" per la prima volta dopo la liberazione, seppure mediata dal profilo Facebook visibile solo agli amici. Ed è anche un appello alla pacificazione.

Al momento, non ci sono iscrizioni nel registro degli indagati, mentre si sta valutando se aggiungere all’accusa di minacce anche l’aggravante di istigazione all’odio razziale, visto che la maggior parte degli insulti si concentrano proprio sul fatto che la ragazza sia tornata vestita in abito islamico e abbia annunciato di essersi convertita. Sul fronte investigativo, l’aggiunto, capo dell’Antiterrorismo Alberto Nobili, spiega che gli insulti provengono quasi tutti da profili fake. Sull’episodio ritenuto "intimidatorio" è lo zio Alberto Fumagalli che toglie ogni dubbio, confermando le ipotesi degli investigatori. "Una ragazzata che non ha ci ha fatto paura. Le telecamere all’angolo della via riprendono due giovani con lo scooter, ubriachi, che lanciano una bottiglia di birra vuota in aria". Di telecamere nelle vie che costeggiano il condominio ce ne sono 12, ripreso in viso anche l’egiziano che due notti fa si è infilato nel palazzo cercando Silvia. Su quell’identità stanno ancora lavorando gli investigatori della Digos e i carabinieri del Ros, che hanno potenziato la sorveglianza.  

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