Silvia Romano libera, la gioia dell'amica: "Ti abbraccerò tenendoti stretta al cuore"

L'euforia di Ada: "Il regalo più bello per le mamme che non perdono la speranza". I colleghi di Zero-Gravity: è una gioia immensa

Silvia con gli amici e i colleghi della palestra Zero Gravity a Milano

Silvia con gli amici e i colleghi della palestra Zero Gravity a Milano; a destra, fiori e cartelli al portone ieri

Milano, 10 maggio 2020 - "Silvia Romano, sei il regalo più bello per ogni mamma che non ha perso la speranza". Lo grida al mondo Ada La Corte, 47 anni, che per Silvia Romano è più di un’amica, parrucchiera del quartiere con cui spesso la ragazza scambiava confidenze. Ha voluto scrivere questa frase su Facebook non appena ha saputo della liberazione "perché è una notizia meravigliosa, che infonde fiducia a tante persone ancora in attesa di un lieto fine. Silvia arriva come una luce a rinnovare speranza. Io, che sono mamma di un ragazzo, mi sono messa nei panni della madre di Silvia".

Non sta nella pelle, pensa a quando finalmente potrà rivedere la sua amica dopo 17 mesi di lontananza, buttandosi alle spalle l’angoscia di un anno e mezzo: "Sicuramente la abbraccerò tenendola stretta al cuore. Io sogno questo giorno da allora. E poi le darò un consiglio, che mi permetto di darle avendo il doppio dei suoi anni: agire con più razionalità e non fidarsi troppo delle persone. Lei è così: mette il cuore, pensa agli altri prima che a se stessa. Già avevo uno strano presentimento, prima che partisse". Poi spiega: "Prima del viaggio, avevamo avuto modo di parlare insieme. Avevo l’impressione che non l’avrei rivista per un sacco di tempo. Mi dispiaceva, ricordo che le dissi: “Io ti voglio rivedere“. Finalmente, oggi, è arrivata la bella notizia: sono crollata, mi sono lasciata andare a terra con la spesa in mano. Sono troppo contenta". Dal 20 novembre del 2018, giorno del rapimento, "ogni giorno – aggiunge – l’ho pensata e ho pregato per lei. Mi immedesimavo, pensavo a quali sensazioni avrebbe potuto provare in quel momento e mi sentivo come rinchiusa, in trappola. Come lei".

Ancora incredulo l’amico Francesco Pisani, tra i soci fondatori del centro sportivo Zero-Gravity di via Valvassori Peroni dove Silvia lavorava come istruttrice di acrobatica prima di partire per l’Africa: "Ho dovuto rileggere più volte il messaggio della liberazione pubblicato da Conte. Per me oggi è un giorno felice: finalmente una bella notizia". Lo dice pensando alla disgrazia che lunedì ha colpito il centro sportivo: purtroppo il titolare Andrea Poffe è morto a seguito di un malore, in circostanze che sono ancora da chiarire. "Ora il ritorno di Silvia ci porta una gioia immensa: mentre siamo in lutto per Andrea, il morale è un po’ più risollevato". La ragazza aveva iniziato a lavorare a Zero-Gravity a giugno del 2017. A febbraio del 2018 si era laureata in Mediazione linguistica, continuando a insegnare nella palestra. Poi, a novembre, la partenza per l’Africa. "Gli occhi le brillavano – ricorda l’amico Francesco –. Mi aveva confidato “questo viaggio mi riempie di gioia“ e io ero felice per lei. Ora che è sana e salva, e che sta tornando da noi, lo sono ancora di più".  

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