Silos Borgogna, l’accelerata. "Così ridurremo il cantiere"

Via all’arretramento delle cesate di 6 metri sui due lati

Il cantiere di via Borgogna una ferita aperta nel centro storico della città (Newpress)

Il cantiere di via Borgogna una ferita aperta nel centro storico della città (Newpress)

Milano, 21 giugno 2017 - Colpo di reni  del Comune sul caso di via Borgogna. Poco prima delle 17 di ieri Palazzo Marino ha diramato una nota per annunciare che lo smantellamento provvisorio del contestato cantiere per la costruzione del parcheggio sotterraneo ad un passo dalla centralissima piazza San Babila inizierà settimana prossima, la settimana che si aprirà lunedì 26 giugno. Nella stessa nota il Comune fa sapere di aver approvato il progetto definitivo per la costruzione del silos e che conta di approvare pure il progetto esecutivo in tempo utile per far ripartire i lavori «dall’inizio di settembre». Decisiva la riunione coi costruttori tenutasi proprio ieri e terminata intorno alle 14, tre ore prima che fosse diffuso il comunicato. Lunedì sera l’intesa per l’arretramento del cantiere e quella sul progetto definitivo non erano ancora raggiunte. Non a caso Andrea Musenga, avvocato della Expo Borgogna Parking, l’impresa costruttrice, ancora fino a lunedì legava una questione all’altra: «Prima si approva il progetto definitivo e solo poi l’impresa sarà disposta a ridurre l’area occupata dal cantiere».

Due le ragioni  per le quali ieri l’esecutivo di piazza Scala ha voluto imprimere l’accelerata decisiva, fatto salvo che le interlocuzioni con le imprese costruttrici sono state avviate dal 15 marzo scorso, giorno della sentenza con la quale il Consiglio di Stato ha imposto a Palazzo Marino di ripatire da capo con l’iter del cantiere e del parcheggio. La prima: il sindaco Giuseppe Sala si è esposto parecchio sul caso di via Borgogna, fu lui il 13 aprile scorso ad annunciare che l’amministrazione comunale era intenzionata a chiedere e ottenere una riduzione dell’area occupata dal cantiere durante i mesi necessari a mettere in piedi il nuovo progetto. Ma dal 13 aprile ad oggi nulla è successo, alla faccia di quel «segnale diverso alla città» che i costruttori avrebbero dovuto dare secondo il suggerimento dell’assessore alla Mobilità, Marco Granelli.

Un danno di «credibilità» per la Giunta, questo nulla di fatto. Ecco quindi il secondo fattore che ha contribuito all’accelerata nella definizione del piano di smantellamento provvisorio del cantiere: settimana scorsa le due società che occupano l’edificio che affaccia sul cantiere, la Bbb Spa (titolare del marchio dell’abbigliamento Brian&Barry) e la Rose Spa, le stesse che hanno vinto in Consiglio di Stato, hanno depositato un ricorso al Tar contro il Comune accusandolo di «inerzia e immobilismo» proprio per la mancata riduzione dell’area di cantiere. Da qui la necessità di uscire dall’angolo. Che succederà, quindi, settimana prossima? «Il fronte del cantiere su largo Toscanini verso corso Europa sarà arretrato di 6 metri e questo consentirà l’allargamento del passaggio pedonale e una maggiore visibilità tra i due lati di via Borgogna e dal porticato di piazza San Babila verso via Durini – si legge nella nota del Comune –. Un altro arretramento di 6 metri è previsto sul lato opposto, verso la via Mascagni e la cerchia dei Bastioni eliminando la cuspide del cantiere». Per il momento il ricorso al Tar di Bbb Spa e Rose Spa «resta in piedi».

 

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