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Milano, 31 gennaio 2018 - La ripresa del traffico è evidente anche all’uomo della strada. Basta dare un’occhiata in giro, la sera, per intercettare decine di ambulanti che le offrono a prezzi stracciati ai tiratardi della movida. E del resto, come ha sottolineato poco meno di un anno fa il magistrato Giovanni Russo, procuratore della Direzione nazionale antimafia, «l’interesse per lo specifico comparto criminale» è legato a «bassi rischi e contestualmente profitti molto elevati». Secondo gli ultimi studi, la piazza di Milano è seconda solo a quella napoletana come volume di sigarette di contrabbando smerciate quotidianamente: è il mercato «di riferimento al Nord», certifica un recente rapporto sul fenomeno elaborato dalla start up Intellegit dell’Università di Trento. E prova ulteriore ne è il maxi sequestro messo a segno una settimana fa dai poliziotti della Squadra mobile: quasi mezza tonnellata di «bionde» importate e commercializzate illegamente in Italia.
I segugi della Sesta sezione, quelli che battono tutti i giorni la strada a caccia di balordi, ladri e piccoli spacciatori, partono da un box di via Pianella a San Siro: da quel garage vedono entrare e uscire un ragazzo sulla ventina con grossi borsoni in spalla. Decidono di controllarlo e scoprono un vero e proprio magazzino: all’interno trovano 1.423 pacchetti di sigarette di evidente fattura straniera per un peso di 28,46 chili (ogni pacchetto pesa convenzionalmente 20 grammi). A quel punto, i poliziotti, coordinati dal dirigente Lorenzo Bucossi e dal funzionario Massimiliano Mazzali, estendono la perquisizione all’appartamento di via Capecelatro che Mahran M., egiziano di 21 anni, condivide col fratello Hassan, 35enne con precedenti specifici per contrabbando datati 2009: nell’abitazione spuntano altri 126 pacchetti (per 2,52 chili) e 6.970 euro in contanti ritenuti provento dell’attività illecita di smercio al dettaglio piuttosto che di vendita all’ingrosso.
Non basta. Sì, perché gli agenti scovano due contratti di locazione di altrettanti box: uno in via Passo di Brizio, tra via Novara e lo stadio Meazza, e uno in via Alunno, nei pressi di piazzale Siena. Stesso copione. E altri sequestri in serie: 9.724 pacchetti nel primo caso, 11.436 nel secondo. Il totale: 22.709 pacchetti di bionde per un peso complessivo di 454 chili e un valore commerciale stimato tra i 60 e i 70mila euro. I fratelli M. sono finiti entrambi a San Vittore per il reato di contrabbando di tabacchi lavorati esteri. Fratelli come Gomaa e Ramadan Sharaky, pure loro di origine egiziana, al vertice dell’organizzazione smantellata nell’aprile 2017 dai finanzieri del Gruppo di Fiumicino: residenti tra via delle Forze Armate e viale Jenner, i due, rispettivamente di 30 e 34 anni, utilizzavano intere famiglie di connazionali (compresa una bambina di 14 anni) per far arrivare in Italia centinaia di stecche acquistate in patria al duty free dell’aeroporto internazionale del Cairo e stipate nei bagagli imbarcati su voli diretti agli scali di Roma, Bologna, Venezia, Malpensa e Orio al Serio. Tariffe fisse: 70 euro a testa in caso di esito positivo del viaggio, 50-60 in caso di sequestro al momento dei controlli. Destinazione finale dei carichi: un bilocale in viale Zara, il centro di stoccaggio dei contrabbandieri.