Sicurezza, la Lega porta una sveglia a Sala

Protesta lumbard in Consiglio comunale: "La città è allo sbando". La replica del Pd: "Più controlli in atto, i primi risultati in Porta Venezia"

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di Massimiliano Mingoia

"La città è allo sbando, Sala sveglia!". Consiglio comunale, ieri pomeriggio. Il capogruppo della Lega Alessandro Verri prende la parola, mostra un piccolo orologio-sveglia giallo e si rivolge al sindaco Giuseppe Sala per denunciare l’allarme sicurezza a Milano, dopo gli ultimi quattro accoltellamenti nella notte tra sabato e domenica in corso Como e dintorni. Gli altri consiglieri del Carroccio presenti in aula, da Silvia Sardone a Mariarosa Racca fino a Samuele Piscina e a Pietro Marrapodi, tirano fuori e mostrano cartelli bianchi con la scritta "Sala sveglia!". Subito dopo, Verri lascia il suo scranno e porta la sveglia gialla al primo cittadino.

Il tema sicurezza, ancora una volta, provoca una polemica politica. Dopo le violenze sessuali in Piazza Duomo nella notte di Capodanno e gli altri fatti di cronaca nera che si sono susseguiti nelle settimane successive, la Lega continua il suo pressing contro l’amministrazione comunale di centrosinistra. Che il clima sul tema si stesse tornando a scaldare si era capito già domenica, quando il leader lumbard Matteo Salvini ha chiesto "un dibattito in Parlamento sull’emergenza sicurezza a Milano" e ha attaccato Luciana Lamorgese e Sala ("Ministro e sindaco, tante chiacchiere ma risultati zero"). E ieri pomeriggio, all’inizio della seduta del Consiglio comunale, la leghista Sardone ha subito affondato il colpo, quando ancora il primo cittadino non era in aula: "Siamo al punto di non ritorno. Milano è fuori controllo. Oltre all’incapacità di gestire la sicurezza a Milano, l’amministrazione di sinistra aggiunge la spocchia nel non ammettere il proprio fallimento". Clima caldo. E appena Sala è comparso nell’assemblea di Palazzo Marino, è scattata la protesta con tanto di sveglia.

La replica da parte della maggioranza di centrosinistra non si fa attendere. Il presidente della commissione Sicurezza di Palazzo Marino, Michele Albiani (Pd), sottolinea che "la pagliacciata dell’opposizione in aula serve per mascherare i problemi legati alla gestione delle case popolari da parte dell’Aler. Sono in difficoltà sul tema alloggi e parlano di sicurezza. Ma la realtà è che, ad esempio, gli interventi dei carabinieri in Porta Venezia, con le identificazioni dei delinquenti, stanno dimostrando che le cose si stanno muovendo e la situazione sta cambiando". Un altro consigliere del Pd, Angelo Turco, rincara la dose: "Quelli della Lega erano più simpatici quando portavano in aula le banane gonfiabili per contestare la palme in Piazza Duomo".

La tensione sull’emergenza sicurezza resta alta anche tra Comune e Regione. L’assessore lombardo alla Sicurezza Riccardo De Corato (FdI) osserva: "Gli arresti di domenica notte dei quattro minorenni (due 16enni, un 15enne e un 17enne) accusati rapina aggravata accendono l’ennesima volta i riflettori sul fenomeno delle baby gang. È indispensabile, in primo luogo, stringere il cerchio attorno a queste bande criminali giovanili, censirle ed individuare quale sia la loro “area” di caccia. In secondo luogo, poi, bisogna applicare misure più stringenti per tutti coloro che risultano far parte di queste bande. Penso in particolare all’applicazione del Daspo urbano".

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