Sheva fa gol per i 7mila profughi

Donazione dell’ex campione del Milan per attivare il call center 020205: "Servirà ad aiutare i rifugiati"

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di Massimiliano Mingoia

Andrij Shevchenko torna a far gol, ma stavolta non in un campo di calcio ma grazie a una donazione a favore dei profughi ucraini arrivati a Milano: quelli censiti, a ieri, erano 7 mila, di cui 3 mila minori (650 sono minori non accompagnati). L’ex fuoriclasse del Milan, Pallone d’Oro nel 2004 ed ex allenatore dell’Ucraina ha finanziato l’attivazione del servizio telefonico in lingua ucraina 020205, che si occuperà di indirizzare le famiglie arrivate in città e chi offre loro ospitalità verso i servizi che sono attivi in città, con una specifica attenzione verso quelli dedicati ai bambini e ai ragazzi.

L’iniziativa chiamata “Insieme per l’Ucraina’’ – resa possibile grazie alla collaborazione tra Shevchenko, il Comune e la Fondazione Milan – è stata presentata ieri pomeriggio nella Sala Alessi di Palazzo Marino dal sindaco Giuseppe Sala e dallo stesso Sheva, che insieme hanno anche posato nel cortile della sede del Comune con la bandiera giallo-blu dell’Ucraina.

Il primo cittadino è netto: "Sappiamo dal primo giorno da che parte dobbiamo stare e penso che tutti i milanesi lo sappiamo. Non vedo distinguo, dobbiamo stare contro il guerrafondaio Putin e con il popolo ucraino. Dobbiamo aiutarli". L’ex giocatore del Milan, intanto, afferma: "L’Europa dovrebbe mettere più pressione, sappiamo che mettendo pressione le cose possono cambiare, dobbiamo cercare di fare di tutto per portare la pace, per tranquillizzare e finire questa brutta guerra".

Al di là delle dichiarazioni politiche, l’obiettivo principale di Sala e Shevchenko con l’iniziativa presentata ieri è aiutare i rifugiati ucraini in arrivo o già arrivati a Milano. Il centralino 020205 sarà attivo a partire da fine aprile, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 18, per supportare i profughi nell’iscrizione ai servizi per l’infanzia e scolastici, per fornire informazioni sulla gestione della Didattica a distanza dall’Italia, ma anche per orientare sulle procedure per richiedere e ottenere il permesso di soggiorno. Se necessario, inoltre, sarà possibile svolgere colloqui in presenza su appuntamento.

L’idea di attivare un call center per i rifugiati ucraini è nata dopo una serie di telefonate tra Sala, a Milano, e Sheva, a Londra, dove vive. La Fondazione Milan è servita per mettere in contatto le parti. La Fondazione di Comunità Milano, invece, si occuperà di gestire la donazione e individuare il gestore del centralino. "Voglio ringraziare tutti i milanesi e il popolo italiano per l’accoglienza e la solidarietà al mio popolo in questo momento difficile – commenta l’ex calciatore –. Per me è troppo importante sentire questa accoglienza e questa vicinanza al popolo ucraino che in questo momento ha bisogno di tanto aiuto". Sala, infine, sottolinea che "il tema che ci deve preoccupare non è quello della prima accoglienza ma dell’integrazione dei profughi ucraini. Se questa guerra proseguirà, non sappiamo quale sarà la dimensione degli arrivi".

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