Legami stretti con il boss: commissariato per mafia colosso logistico tedesco

Milano, per molti esponenti di DB Schenker "cedevolezza con gli affiliati al clan". L’inchiesta nata dalla droga scoperta su un camion

Il colosso della logistica Schenker

Il colosso della logistica Schenker

Milano - Nell’aprile 2020 , durante un controllo, i carabinieri di Como e la Gdf fermano un camion di proprietà di Nicola Bevilacqua, 70 anni, già noto ai giudici per essere affiliato al clan calabrese dei Mancuso di Limbadi, in provincia di Vibo Valentia. Il camion trasportava prodotti caseari per conto della multinazionale DB Schenker, controllata dalle ferrovie tedesche, ma all’interno, nascosta fra i prodotti, i finanzieri del Gico ci trovano anche trenta chili di droga. Proprio il sequestro del camion che trasportava merce per conto di Schenker, al porto di Dover, in Inghilterra, ha dato il via all’indagine che ha portato il tribunale di Milano a disporre l’amministrazione giudiziaria per infiltrazioni di‘ndrangheta della filiale italiana della DB Schenker, colosso tedesco della logistica e dei trasporti che solo in Italia conta 1.400 dipendenti e 37 sedi. A disporre il controllo giudiziario è stata la Sezione autonoma Misure di prevenzione presieduta da Fabio Roia, che ha accolto le richieste dei pm della Dda Silvia Bonardi e Paolo Storari. La stessa misura di prevenzione è stata applicata anche ad un’altra azienda di autotrasporti e logistica, la "Aldieri spa".

Al centro dell’inchiesta ci sono i rapporti tra i massimi dirigenti del colosso e Nicola Bevilacqua, precisamente originario di Nicotera, ma residente nel Comasco, condannato per associazione mafiosa ed estorsione aggravata. Sotto la lente della procura è finita anche la convivente del boss, Anna Fiuto, alla quale era fittiziamente intestata l’impresa. "Impressiona l’estrema cedevolezza manifestata da plurimi esponenti di Schenker Italia nel relazionarsi con una persona di questo spessore delittuoso e nell’agevolarne l’attività", scrivono i giudici nel provvedimento.

E ancora gli "esponenti della società muniti di potere decisionale (...) hanno intessuto e mantenuto stabili rapporti d’affari con Nicola Bevilacqua, agevolandone l’attività, benché questi sia stato condannato irrevocabilmente per associazione mafiosa ed estorsione aggravata dal metodo mafioso" e sia stato - prosegue il decreto - sottoposto a misure di prevenzione personali (..) e patrimoniali e pure dichiarato delinquente abituale e sottoposto alla libertà vigilata dal 2008". L’azienda fittiziamente intestata alla Fiuto si sarebbe infiltrata attraverso i subappalti di trasporto di Schenker Italiana (non indagata). La società avrà quindi ora un amministratore giudiziario per la "rimozione dei fattori inquinanti e la bonifica dei contesti inquinati, previa analisi di tutte le sedi italiane per verificare se esistano altre forme di infiltrazione", si legge ancora nelle carte del decreto. Mentre la richiesta di controllo giudiziario per la Aldieri "si fonda, a sua volta, sui rapporti commerciali instaurati con l’impresa “Fiuto Anna Autotrasporti“", formalmente riferibile alla donna, secondo gli inquirenti, ma "gestita dal marito con l’ausilio dei figli". I giudici rimarcano che da una società come la Schenker ci si attende "una organizzazione interna e procedure coerenti con la posizione apicale di mercato; la diffusione, all’interno dell’ente, di una cultura della responsabilità e della prevenzione dei rischi".

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