Milano, proteste durante lo sgombero: antagonisti assolti

Secondo il giudice fu una manifestazione pacifica

Polizia durante uno sgombero

Polizia durante uno sgombero

Milano, 15 gennaio 2020 - «Le riprese video» effettuate dagli agenti della Digos durante lo sgombero di due villette Aler da parte del Collettivo Lambretta «restituiscono invero una manifestazione di protesta (...) che sostanzialmente si è svolta in modo pacifico». Inoltre, anche se «alcun dubbio sorge sulla credibilità dei testi della Digos» intervenuti durante lo sgombero, «nel descrivere i contatti fisici con alcuni manifestanti (...) hanno fornito una rappresentazione amplificata circa la durata ed entità degli avvenimenti, verosimilmente dovuta, secondo questo Tribunale, alla concitazione e agitazione collettiva del momento, nonché alla tensione determinata dal diretto coinvolgimento degli agenti in tale situazione».

Lo scrive il giudice onorario di Milano Maria Antonia Versace, nelle motivazioni della sentenza con cui, nel giugno scorso, ha assolto sette giovani appartenenti all'area antagonista milanese, padovana e veneziana, accusati  a vario titolo di invasione di edificio e resistenza aggravata a pubblico ufficiale, durante lo sgombero di due edifici Aler di via Ferravilla e di via Apollodoro, il 23 ottobre 2012. Il  pm aveva chiesto condanne dai due ai sette mesi di carcere per i sette giovani, difesi dagli avvocati Mirko Mazzali, Guido Guella, Giuseppe Romano ed Emanuele Bellani. L'Aler, assistita dal legale Cristoforo Vinci, si era costituta parte civile.

Nelle motivazioni si legge nelle riprese degli agenti della Digos «è chiaramente visibile che all'arrivo dei vari contingenti delle forze dell'ordine, i manifestanti erano tutti riversati in cordone compatto all'interno del fabbricato (...) opponendo invero una resistenza passiva e pacifica». E ancora: «In tali immagini si riscontra in maniera chiara che il clima concitato e di tensione è durato pochi minuti e solo quando, per allontanare i manifestanti dall'accesso alla palazzina, gli agenti antisommossa hanno caricato e spintonato con forza i manifestanti, dapprima con l'uso dello scudo e di seguito con l'uso del manganello, andando a colpire in maniera indiscriminata giovani e meno giovani, con contestuale strattonamento dei manifestanti, per favorire l'allontanamento degli stessi dal gruppo e dall'accesso alla villetta». Secondo il giudice, inoltre, «non è emersa tuttavia alcuna prova che l'occupazione abusiva e arbitraria dei citati stabili, sia avvenuta da parte degli odierni imputati»

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