Sfruttamento addio StraBerry recuperata

Non più sfruttamento dei braccianti, tutti di origine africana, sottopagati e costretti a raccogliere i frutti di bosco con turni anche di 12 ore al giorno e pure privi di dotazioni di protezione per far fronte all’epidemia di Coronavirus e senza docce e bagni. Ora è stata ripristinata una situazione di legalità: i lavoratori sono stari regolarizzati, è stata garantita la sicurezza e "il livello minimo di benessere" ed è stato "istituito un modello di governance basato non già sulla sopraffazione ma sulla cooperazione".

Per questo il gip Roberto Crepaldi ha revocato il sequestro preventivo di StraBerry, l’azienda nel Milanese con serre fotovoltaiche sui terreni di Cascina Pirola a Cassina Dè Pecchi, al centro dell’inchiesta in cui sono indagate 7 persone tra cui il 31enne inventore della start-up, Guglielmo Stagno d’Alcontres. Il giudice, nel sottolineare "la pregevole opera e all’impegno dell’amministratore giudiziario" ha ritenuto "in grandissima parte superate" le condizioni che avevano portato a una "gestione illecita". Per tanto ha dissequestrato l’azienda ma ha disposto la misura del controllo giudiziario, in base a una norma speciale prevista per il caporalato, affidando l’incarico di vigilare allo stesso commercialista già nominato amministratore delle serre (non dell’impianto fotovoltaico) a cui lo scorso agosto sono stati messi i sigilli.

Il gip Crepaldi, nel provvedimento con cui ieri ha disposto il controllo giudiziario, ha evidenziato come la situazione che aveva portato al sequestro sua stata superata anche dal fatto che "gli indagati - in qualità di soci della società - hanno provveduto a nominare un nuovo Consiglio di amministrazione" estraneo all’indagine. Per il giudice, visto "il recupero dell’impresa alla legalità", è "sufficiente (...) un controllo esterno (per quanto pregnante)" del commercialista già nominato in fase di sequestro preventivo di un’azienda che si colloca tra i primi produttori di fragole e frutti di bosco in Lombardia.