Corvetto, resta la luce alla casa degli sfrattati in via Oglio

Proroga fino a giovedì 6 settembre, quando gli occupanti rilasceranno spontaneamente il palazzo, invaso a giugno del 2016 per dare un tetto a decine

L'esultanza degli inquilini del palazzo

L'esultanza degli inquilini del palazzo

Milano, 28 agosto 2018 - Proroga fino a giovedì 6 settembre, quando gli occupanti rilasceranno spontaneamente il palazzo di via Oglio 8, a Corvetto, invaso a giugno del 2016 per dare un tetto a decine di famiglie sfrattate. Lo «stop all’erogazione di corrente elettrica» che era stato annunciato dal Comune per ieri pomeriggio al residence sociale “Aldo dice 26X1” per invitare gli occupanti - 55 nuclei familiari, 184 persone tra cui 72 minori, uno nato da pochi giorni - a lasciare pacificamente lo stabile, non c’è stato. «C’è l’impegno da parte degli occupanti a liberare l’immobile il 6 settembre, giorno fino al quale è stata prorogata la fornitura della corrente elettrica», fanno sapere la vicesindaco Anna Scavuzzo e gli assessori Pierfrancesco Majorino (Politiche sociali) e Gabriele Rabaiotti (Casa).

Ieri alle 13 le famiglie si sono riunite in cortile per quella che è stata battezzata «la festa del distacco». Dell’energia elettrica e «dal quartiere». Tempo qualche minuto «ed è arrivata la notizia della proroga e della convocazione di un incontro con gli assessori Scavuzzo e Majorino. Così una delegazione si è spostata a Palazzo Marino», spiega Laura Boy, che coordina il residence insieme a Wainer Molteni. Presenti all’incontro pure rappresentanti del sindacato Unione inquilini e i consiglieri comunali Alessandro Giungi del Pd («Mi auguro si possa trovare una soluzione per far proseguire questo bel progetto altrove, in un contesto di completa legalità) e Paolo Limonta, di Milano progressista, che domenica aveva chiesto dal suo profilo Facebook di «non interrompere l’erogazione di energia elettrica». L’immobile, di 10 piani, che si trovava all’asta, è stato acquistato da una cordata di imprenditori. La destinazione d’uso originaria è quella di uno studentato a prezzi calmierati.

«Ci proponiamo come “custodi sociali” – aveva spiegato Molteni – finché il palazzo non sarà venduto». Ora è deciso: gli occupanti se ne andranno. «Finora – precisano – abbiamo pagato tra 1.000 e 1.500 euro al mese ad A2a». Dove andranno le famiglie? Da oggi «partirà un tavolo tecnico congiunto – sottolinea il Comune – tra gli assessorati alla Casa e alle Politiche sociali per valutare le singole situazioni degli occupanti presenti al momento del censimento effettuato nei giorni scorsi. Il nostro impegno è di dare risposta a chi, senza casa, si trova a vivere in una situazione sociale ed economica di particolare fragilità o debolezza».

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