
Annamaria
Borando*
Noi abbiamo definito un nostro protocollo per la ripartenza, che ho chiamato "Indicazioni ad interim per l’avvio dell’anno scolastico". Il nome è emblematico, fa capire che si tratta di qualcosa che è pronta a cambiare, in continua evoluzione: sappiamo che ogni giorno possono arrivare indicazioni diverse e, ogni volta che succede, il documento viene aggiornato con le nuove disposizioni. Per noi dirigenti e insegnanti il lavoro non si ferma mai, dobbiamo sempre essere preparati. Ma vivo questo momento come una sfida.
Noi abbiamo iniziato le lezioni lunedì (sia nel plesso Galileo Galilei di via Paravia nella zona di San Siro e sia nell’istituto Rosa Luxemburg di via Degli Ulivi al quartiere degli Olmi), con un orario su due turni, dalle 9 alle 12 al mattino e il pomeriggio dalle 13 alle 16, per cui le classi si dividono: metà al mattino e metà al pomeriggio; le lezioni in presenza vengono integrate con la didattica digitale. Al momento, a venire fisicamente a scuola sono solo le classi prime, con gli studenti di 14 anni, le altre studiano in remoto perché abbiamo il problema della carenza di docenti che speriamo di risolvere al più presto. Non potendo garantire un servizio pieno, non ce la siamo sentita di far affrontare ai ragazzi dei viaggi, per qualcuno lunghi, sui mezzi pubblici, per poche ore di lezione. La speranza in questi giorni è stata quella di poter nominare noi i supplenti e, da quanto comunicato dall’Ufficio scolastico regionale, potremo farlo già da domani mattina (oggi per chi legge, ndr). Intanto, cominciare in presenza solo con le classi prime ci ha consentito di testare le novità: ingressi differenziati, orari scaglionati, cartelli e indicazioni da rispettare, distanziamento, gel da utilizzare, mascherine da indossare. Una volta che saremo a pieno regime, nei due plessi avremo complessivamente 72 classi con 1.500 studenti. *Dirigente IstitutoGalilei-Luxemburg