Emergenza Seveso, ok ai lavori per pulire il canale interrato. Pronto il progetto di Senago

Tecnici in azione: via i rifiuti che ostruiscono il corso. Servono 115 milioni per completare tutte le opere, al momento ne sono stati stanziati 30 di Nicola Palma

Il quartiere Isola sommerso (Ansa)

Il quartiere Isola sommerso (Ansa)

Milano, 9 novembre 2014 - Tronchi d'albero accatastati. Rifiuti trascinati dalla piena. Massi di pietra. C’è di tutto in quel tubo di cemento che accoglie il Seveso alle porte di Milano, in via Ornato. Ed è proprio quell’ostacolo sotterraneo – che riduce la portata del condotto almeno del 15 per cento – a rendere ancor più rovinose le esondazioni del fiume maledetto: quando l’acqua arriva lì, trova un tappo quasi insuperabile e non può far altro che fuoriuscire dai tombini. Non a caso, la ripulitura del canale è stata inserita tra le opere prioritarie del piano presentato tre settimane fa da Erasmo D’Angelis, a capo della struttura di missione di Palazzo Chigi contro il dissesto idrogeologico. La gara d’appalto, bandita da Metropolitana Milanese, è stata aggiudicata il 14 ottobre all’impresa Cabrini Albino srl, che ha battuto la concorrenza di altre nove aziende con un’offerta ribassata del 29,36 per cento (soglia di anomalia fissata al 31,17 per cento) rispetto alla base d’asta di 727.500 euro (più 46mila di oneri di sicurezza). 

Il maltempo ha rallentato le operazioni, ma da MM assicurano che i cantieri partiranno entro dieci giorni, in linea con il cronoprogramma condiviso da Comune, Regione e Governo: tre mesi per rimuovere e smaltire i sedimenti nell’alveo del torrente. Con un’accortezza di non poco conto: coordinare i lavori al quartiere Niguarda con quelli per il raddoppio del canale scolmatore Nord-Ovest (23 milioni di euro) e per il deviatore Olona (4 milioni), entrambi già in corso. All’inizio della prossima settimana, è in calendario un vertice tra MM, Provincia di Milano (stazione appaltante per lo scolmatore) e Agenzia interregionale per il Po proprio per definire i dettagli della tabella di marcia. 

Intanto, lunedì scorso i tecnici dell’Aipo hanno depositato a Palazzo Lombardia il progetto definitivo del secondo lotto della vasca di Senago, unificandolo così al primo: in questo modo, l’iter burocratico verrà effettuato una sola volta, con l’obiettivo di avviare l’intervento nel giugno del 2015 per concluderlo un anno dopo. Il bacino di contenimento, da sempre contestato dal sindaco Lucio Fois e oggetto di un esposto alla Corte dei Conti, è interamente finanziato: 10 milioni dalla Regione, gli altri 20 dal Comune di Milano. Il progetto salva-Niguarda, che richiede investimenti complessivi per 205 milioni, si completerà con la realizzazione di altre quattro vasche tra Parco Nord, Varedo, Lentate e Paderno Dugnano (capaci a regime di drenare 4,2 milioni di metri cubi) e la costruzione di una nuova rete fognaria in una dozzina di Comuni dell’hinterland grazie a 89,8 milioni provenienti dalla tariffa idrica. Passaggio fondamentale, quest’ultimo, per depennare il Seveso dalla lista dei fiumi più inquinati d’Europa (a rischio sanzione Ue) e rassicurare i primi cittadini sulla qualità delle acque che confluiranno giocoforza nei loro territori. Senza dimenticare la garanzia più agognata: gli studi approfonditi dell’Aipo hanno certificato che il sistema metterà a riparo la periferia nord della metropoli da tutti gli eventi simili a quelli verificatisi di recente, compreso il disastroso straripamento del 7 luglio scorso. nicola.palma@ilgiorno.ne

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