Seveso, per le vasche di laminazione pioggia di milioni dal decreto Sblocca Italia

Circa la metà dei 110 milioni di euro dati dal Governo alle Città metropolitane dovrebbe andare a Milano "per fronteggiare le situazioni di criticità ambientale delle aree metropolitane interessate da fenomeni di esondazione e alluvione". Lavori da inizio 2015

Pedoni bloccati di fronte alla piena del Seveso vicino alla fermata Istria

Pedoni bloccati di fronte alla piena del Seveso vicino alla fermata Istria

Senago, 2 ottobre 2014 - Accelerazione sul piano salva-Seveso: sì ai fondi governativi per imbrigliare il torrente e stretta sui progetti delle vasche anti-piene. I dettagli dell’operazione sono stati discussi ieri mattina a Roma nel corso di un incontro tra i dirigenti della Regione e il capostruttura di missione contro il dissesto idrogeologico Erasmo D’Angelis: il delegato della Presidenza del Consiglio ha confermato ai funzionari la disponibilità dei soldi necessari per mettere al sicuro il quartiere Niguarda, finito sott’acqua per sette volte negli ultimi mesi. Quel denaro, come già annunciato, arriverà dal decreto Sblocca Italia, che all’articolo 7 prevede lo stanziamento di 110 milioni di euro «per fronteggiare le situazioni di criticità ambientale delle aree metropolitane interessate da fenomeni di esondazione e alluvione».

Considerato che le città metropolitane sono dieci e che solo tre di queste (Milano, Genova e Firenze) rientrano nell’elenco dei potenziali beneficiari, il conto è presto fatto: secondo le stime dei tecnici dell’Aipo, almeno la metà della cifra complessiva dovrebbe arrivare nelle casse di Palazzo Lombardia. Per adesso, il condizionale resta d’obbligo, anche se Palazzo Chigi ha rassicurato ancora una volta i suoi interlocutori. Con ogni probabilità, l’esatto ammontare del contributo statale si conoscerà attorno al 20 ottobre, quando dovrebbe andare in scena a Milano, salvo sorprese, un incontro con tutti i soggetti interessati, compresi i sindaci dei Comuni sul cui territorio verranno realizzati i bacini di laminazione. Di quello di Senago sappiamo già: consegnato il progetto definitivo per il primo lotto, a fine mese verrà protocollato anche quello per il secondo, con data di inizio cantieri fissata indicativamente per l’inizio del 2015.

L'opera da 30 milioni è finanziata da Regione (10 milioni) e Comune di Milano (20 milioni). In questi giorni, gli uffici dell’Agenzia interregionale per il Po stanno lavorando anche ai progetti delle altre tre vasche da costruire a Lentate, Paderno Dugnano e Varedo: l’obiettivo è completare l’iter entro novembre per ottenere più denaro possibile dallo Stato.

Le stime sono pronte: per la vasca di Lentate è previsto un investimento complessivo di 15,6 milioni di euro (9 per i lavori), mentre per gli invasi di Paderno e Varedo sono necessari rispettivamente 23,5 e 16,1 milioni. Il totale: 55, 2 milioni. Cioè il 50% dei fondi assegnati dal Governo alle città metropolitane.

Senza contare un quinto bacino da mettere in piedi nella periferia nord di Milano: in questo caso, però, sarà Palazzo Marino a decidere come e dove farlo, con un costo presunto di 30 milioni di euroUltima nota per il capitolo acque reflue urbane. A Roma si è parlato pure di questo argomento, anche perché nello Sblocca Italia è stata inserita una procedura d’urgenza per rispondere ai continui richiami dell’Unione Europea, che minaccia pesanti sanzioni nei confronti di chi contravviene alla direttiva comunitaria. nicola.palma@ilgiorno.net

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