Sesto, il sindaco Di Stefano: "Scipperemo lo stadio di Milan e Inter a Beppe Sala"

Il primo cittadino riconfermato: siamo l’unico grande Comune del Nord dove il centrodestra ha fatto il bis

La festa per la rielezione di Di Stefano

La festa per la rielezione di Di Stefano

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"Chi non salta comunista è". Cori e urla da stadio nell’aula del consiglio ieri notte, tra le bandiere della Lega e della lista “Di Stefano Sindaco” fatte svolazzare dietro ai banchi. Roberto Di Stefano arriva direttamente con la fascia tricolore, indossata mentre era in piazza della Resistenza a brindare tra selfie e prosecco.

Il municipio, chiuso al primo turno, è stato aperto dopo mezzanotte a partiti e militanti. Non c’è il pienone del 2017, ma si trasforma lo stesso in un’area feste (e su questo è stata inviata una segnalazione al Prefetto da un ex consigliere Pd). "Allora siete contenti o no? - ha attaccato Di Stefano -. Sono emozionatissimo, ci credevo e non mi sembrava vero i sestesi potessero cambiare idea, anche se un po’ di preoccupazione c’era. È stata impegnativa ma è arrivato un segnale forte: la Stalingrado d’Italia non esiste più. Sesto nei prossimi 5 anni farà da traino a tutta l’area metropolitana. Se ne faccia una ragione Beppe Sala, al quale scipperemo lo stadio".

Ringraziamento ai figli e a Silvia Sardone, come nel 2017 stratega della campagna elettorale. "Siamo l’unico grande Comune del Nord dove il centrodestra è stato confermato. Vogliamo farci vedere, essere di esempio, perché vogliamo che i sinistri rosichino", ha detto l’europarlamentare.

Matteo Salvini è tornato a Sesto, in municipio, per congratularsi. "Abbiamo discusso di Città della Salute, stadio e sviluppo del territorio", ha fatto sapere Di Stefano, rieletto col 52,11% (13.312 voti, 979 in meno del primo turno, 1.079 in più dell’avversario). Dopo la festa in piazza Petazzi, "da domani (oggi, nda) si riprende a lavorare". È stata la giornata della delusione per il centrosinistra, che si era apparentato con Paolo Vino. Michele Foggetta si è fermato al 47,89% (12.233 voti, mille in più del primo turno, meno della "dote" di Vino). "Faremo un’opposizione forte per presidiare la città, per non perdere quanto abbiamo costruito e ripartire da qui".

Ci si lecca le ferite , ma un vecchio politico come Angelo Gerosa guarda il bicchiere mezzo pieno: "Riportiamo la sinistra in consiglio". "Ci abbiamo creduto, sapevamo che era quasi impossibile ma valeva la pena provarci - ha commentato Sinistra Italiana Milano -. Ribaltare la narrazione è il destino di Sesto, ormai ex Stalingrado d’Italia: abbiamo provato a costruire un’idea diversa di città e società, mettendo in campo facce nuove, competenti, motivate, credibili. Nonostante la sconfitta, la sinistra rimane in campo".

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