Sesto, padre ucciso dal figlio: le parole delle zio. Tragedia appresa dai social

Il fratello di Antonio Loprete ascoltato dai carabinieri: "Tutto sembrava tranquillo"

Sesto San Giovanni (Milano), 15 giugno 2022 - Della morte del fratello Antonio lo ha appreso da un articolo postato sui social. Marco Loprete è tornato dalla Tunisia, dove si trovava per lavoro. Vive a Milano, ma gira il mondo per cantieri nell’ambito energetico. Ieri mattina è stato ascoltato dai carabinieri della Compagnia di Sesto che stanno indagando sull’omicidio che domenica mattina si è consumato in via Saint Denis 9. Contatti telefonici settimanali, soprattutto tramite WhatsApp tra i due fratelli, che l’ultima volta si erano sentiti all’inizio del mese. "Mi sembrava che fosse tutto tranquillo", ha detto ai militari. Antonio, dirigente di banca 57enne, non gli aveva mai rappresentato alcuna difficoltà col figlio Gianluca, il 19enne che è stato fermato con le accuse di omicidio e vilipendio di cadavere.

"Era solo rammaricato che non riuscisse a prendere il diploma. Infatti, era stato contento nel settembre scorso, quando si era iscritto alla scuola serale del Parco Nord". Con il nipote Marco aveva rapporti solo occasionali: l’ultima volta si erano visti a Capodanno, quando Antonio e Gianluca erano andati a casa sua a passare una serata tranquilla in famiglia. I rapporti tra loro non sono mai stati strettissimi, anche a causa delle continue trasferte che lo portavano lontano, spesso all’estero e in altri continenti. Sapeva della depressione di Antonio, che si era aggravata nell’ultimo periodo, e si faceva aggiornare sullo stato della patologia. Come già raccontato dalla madre di Gianluca, Sonia Ramona Rivas, anche lei arrivata dall’estero, anche per Marco niente faceva annunciare una tragedia simile. Dopo i familiari più stretti, i carabinieri stanno ora allargando la rete dei contatti dei Loprete, per cercare di ricostruire il contesto in cui è sfociato l’efferato delitto che ha visto Gianluca accoltellare e poi fare a pezzi il corpo del padre.

Gli inquirenti nelle prossime ore ascolteranno, infatti, i colleghi della vittima, dirigente in Bpm, che negli ultimi due mesi aveva preso un periodo di aspettativa proprio a causa della depressione. Oltre all’ambiente lavorativo, da cui saranno acquisiti i documenti con la richiesta dei permessi, si andrà ad approfondire il quadro clinico, sentendo il medico di base per capire quale fosse la diagnosi per entrambi. Sia per Antonio, che a detta della famiglia e dei vicini era sempre più dimesso e trascurato, e di Gianluca, che era in cura al Cps e che, secondo i racconti della madre, era già stato sottoposto un paio di volte a visite psichiatriche e negli ultimi mesi si era isolato da tutti, anche dagli amici più stretti. Da domenica il 19enne si trova nel carcere di Monza e oggi sarà interrogato dal gip Silvia Pansini. Dopo la chiamata, con la confessione al 112, non ha più pronunciato una parola, rifiutandosi di parlare anche con il suo legale, l’avvocato Fabio Scotti, al quale ha annunciato che non cambierà idea nemmeno davanti al giudice delle indagini preliminari.

 

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