Omicidio e orrore a Sesto San Giovanni: padre e figlio nella bolla delle fobie

Uccide il genitore e chiama i carabinieri. Il giovane in cura al Cps, la vittima in preda alla depressione

Trovate questo articolo all'interno della newsletter "Buongiorno Milano". Ogni giorno alle ore 7, dal lunedì al venerdì, gli iscritti alla community del «Giorno» riceveranno una newsletter dedicata alla città di Milano. Per la prima volta i lettori potranno scegliere un prodotto completo, che offre un’informazione dettagliata, arricchita da tanti contenuti personalizzati: oltre alle notizie locali, una guida sempre aggiornata per vivere in maniera nuova la propria città, consigli di lettura e molto altro. www.ilgiorno.it/buongiornomilano

Sesto San Giovanni (Milano) - Per portare via il cadavere, ci sono voluti più viaggi, tanti erano i pezzi in cui il 57enne Antonio Loprete è stato smembrato. Gli accertamenti tecnici, condotti dal personale specializzato del Comando provinciale dei carabinieri di Milano, sono andati avanti fino alle 16,30, quando l’appartamento di via Saint Denis 9 è stato sequestrato. Bocconiano, si era laureato con lode, per 31 anni aveva fatto il bancario e aveva finito per lavorare come quadro direttivo in Bpm, occupandosi più che altro di fidi. Ieri mattina i carabinieri della Compagnia di Sesto San Giovanni lo hanno trovato in camera da letto mutilato e sezionato in più parti.

A chiamarli, con una telefonata al 112, è stato il figlio Gianluca, 19 anni, che ora si trova al carcere di Monza dopo essere stato fermato con le accuse di omicidio aggravato e vilipendio di cadavere. I due vivevano insieme da soli, da quando il 57enne si era diviso dalla moglie, un’ecuadoriana che nel 2017 aveva lasciato Sesto per trasferirsi prima a Bolzano, poi a Merano e infine in Austria, da dove è rientrata ieri sera dopo un viaggio di 7 ore. "Devo venire il prima possibile, perché mio figlio non sta bene", ha detto ai carabinieri quando l’hanno contattata. Gianluca era in cura al centro psichico sociale della zona ormai da anni. Soffriva di alcune fobie e l’ultimo accesso al Cps risale a marzo. Anche il padre, recentemente, era finito in ospedale più volte. Anche lui in psichiatria, a causa di una depressione che era cresciuta progressivamente e lo aveva cambiato. Crisi, attacchi di panico, ansia, tanto che gli era stata consigliata una macchina per la ventilazione assistita.

"Usciva meno, era sempre più dimesso e a volte sembrava confuso, assente. Una mattina gli ho dovuto dare una mano a spostare l’auto perché c’era il mercato. Aveva messo su anche diversi chili – racconta un vicino di casa –. Nella sua vita ha avuto due batoste che lo hanno turbato e provato nel profondo: il suicidio del padre, un poliziotto in pensione, e la separazione dalla moglie". Aveva cresciuto il figlio da solo, condividendo quell’appartamento 24 ore su 24 durante i due anni di lockdown. Gianluca non lavorava, aveva interrotto le scuole superiori vicino casa, per tornare poi a iscriversi a un istituto tecnico serale. "Da quanto ci risulta aveva un brutto giro di amicizie – rivela Luciano, residente storico del condominio -. Più volte avevamo segnalato ad Antonio il consumo di marijuana da parte del figlio e lui aveva risposto che non se ne era mai accorto. Una mattina abbiamo trovato un suo amico che aveva passato la notte sul pianerottolo, perché probabilmente non era riuscito a rientrare dopo un festino". In casa come due estranei Antonio e Gianluca Loprete, che sarà sottoposto all’esame tossicologico. In arrivo dall’estero anche lo zio, il fratello della vittima, che a detta dei vicini era l’unico familiare a essere rimasto vicino ai due sestesi. Una vita apparantemente tranquilla la loro.

"Non abbiamo mai sentito urla e litigi provenire da quell’appartamento. La sensazione era che vivessero come sconosciuti. Il padre sempre più stanco e trasandato, il figlio senza nulla da fare – continua Luciano –. Anche la casa era un po’ trascurata, da quello che avevo potuto vedere". Ai carabinieri e al pm della Procura di Monza Carlo Cinque Gianluca non ha detto più nulla: resta solo la confessione durante la telefonata di ieri mattina al 112 ("Correte, ho accoltellato mio padre. Ho fatto una c...") e di aver parlato con la madre, per telefono, l’ultima volta sabato. Sarà l’autopsia a chiarire quando e come è stato ucciso il bancario, prima di essere fatto a pezzi. Una vicina ha raccontato di averlo visto l’ultima volta sabato a mezzogiorno: da quel momento fino all’omicidio non dovrebbero essere passate più di 20 ore.

 

 

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro