Sesto ex Stalingrado d’Italia? L’Anpi: no, è un onore esserlo

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"Stalingrado d’Italia non significa Giunte rosse per oltre 70 anni. Significa operai della Breda, Pirelli ed Ercole Marelli che nel 1944 hanno scioperato per 8 giorni consecutivi con i nazisti dentro le fabbriche". Lo ricorda Lina Calvi (nella foto), presidente dell’Anpi sestese, dopo le dichiarazioni del sindaco Roberto Di Stefano durante l’insediamento. Nei suoi discorsi il primo cittadino ha voluto ribadire che "Sesto non è più la Stalingrado d’Italia", avendo scelto per la seconda volta una guida di centrodestra. "Non siamo ex, quella Resistenza c’è stata, è nella storia e né il sindaco appena rieletto né la sua maggioranza, che sino a ora non ha mai preso sufficientemente le distanze da un tragico passato, la può cancellare. È un onore essere Stalingrado d’Italia, Medaglia d’oro alla Resistenza. Per sempre". Non è l’unico appunto dell’Anpi. Il direttivo della sezione 340 Martiri ha stigmatizzato anche la festa della rielezione nella sala del consiglio comunale tra cori ("Chi non salta comunista è") e bandiere. "Scene indegne non solo delle funzioni della massima aula istituzionale, ma delle pagine di buona prassi politica che lì sono state scritte, in particolare dal secondo Dopoguerra dopo il sangue versato nella Resistenza". Festeggiamenti che avevano suscitato polemiche. "Vedere l’aula consiliare trasformata in una pista da ballo, arrivando perfino a salire su tavoli, rappresenta un fatto grave". La.La.

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