Sesto, campagna elettorale a colpi di fake news

Si avvicina la data del voto amministrativo e si scalda il tono dei confronti. C’è anche chi crea falsi profili sui social per accusare gli avversari

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di Laura Lana

Profili finti, aperti sui social per diffondere notizie false, insulti, manifesti strappati o deturpati da scritte piene di insulti. A meno di un mese dal voto è questo il clima della campagna elettorale a Sesto San Giovanni, dove i candidati – ma soprattutto i cittadini – devono districarsi tra fake news e vecchi tormentoni, nuovamente orchestrati ad arte.

Perché ci sono slogan che, a forza di ripeterli da 6 anni, diventano quasi veri. Come quello sulla "moschea più grande del Nord Italia", che avrebbe avuto una capienza di massimo 700 posti, vale a dire poco più del salone di SpazioArte, e che il nuovo Pgt prevede un luogo di culto paradossalmente più grande in via Luini. "Amico dei terroristi", "ultras islamico", "anticristiano", "esponente dell’ultrasinistra" sono soltanto alcuni degli epiteti che si è beccato Michele Foggetta, il candidato della coalizione di centrosinistra. Che si è visto anche clonare il simbolo e la grafica dei volantini da Sarah Mohani, cittadina con tanto di velo rosa, che scrive: "Questa è la Sesto che pretendiamo" con tanto di volantino in cui si annuncia "l’ora di religione islamica nelle scuole perché quella solo cristiana è da considerarsi arcaica e razzista". Ovviamente è un profilo fake, aperto su Facebook solo per veicolare un messaggio completamente inventato, utilizzando addirittura il simbolo della lista di Foggetta per farlo passare per vero. "Fino a oggi ho risposto con la politica, ho risposto con l’ironia e ho risposto con gli argomenti forti che abbiamo. Ora però ho deciso che risponderò anche usando le vie legali e ho quindi passato documentazione ad una amica avvocata perché se ne occupi - annuncia Foggetta -. Eventuali risarcimenti, lo dico sin da ora, fossero 10 euro o 10mila, li devolverò come donazione per la città". Roberta Pizzochera, assessore all’Educazione uscente, candidata nella lista Di Stefano, l’altro giorno si è svegliata con il suo manifesto imbrattato da "ladra" e da un’offesa sessista.

"Le menzogne non mi hanno mai spaventata, ma ciò che non intendo lasciar passare è il sessismo verso una donna impegnata politicamente in città. La volgarità non ha mai giustificazione e chi ha scritto è una persona squallida". Sui possibili motivi Pizzochera azzarda "aver difeso ciò che reputo importante per non lasciare la città nelle mani di chi svende e insulta le nostre radici giudaico-cristiane". Il carico lo mette pure il sindaco Roberto Di Stefano che descrive il competitor come uno che "negli anni ha avuto posizioni estreme, denigrando e prendendo in giro simboli e realtà cattoliche come Radio Maria, ridicolizzando santi come Padre Pio e sottovalutando il dramma dei cristiani uccisi nel mondo".

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