Sesto San Giovanni (Milano) - La chiusura dei nidi è quasi alle porte ma genitori e sindacati iniziano a fare un bilancio di questa annualità, passata tra "bolle" per scongiurare il rischio contagio e personale allo stremo. Un servizio, quello all’infanzia, che ha faticato a reggere, soprattutto in alcune strutture dove non si è riuscito quasi mai a garantire il tempo pieno scelto dalle famiglie che si sono così trovate a riorganizzarsi anche più volte con orari sempre diversi. "L’auspicio è che a settembre si possa voltare pagina e tornare agli standard a cui i nidi sestesi ci hanno sempre abituato, cioè di eccellenza con un rapporto bimbi-educatori non puntellato e non assicurato solo da professioniste stremate da straordinari - commentano Marta Pancotti e Bianca Lega, a nome dei genitori -. Sia noi che le educatrici quest’anno abbiamo dovuto fare salti mortali".
Il caso più eclatante è al nido Tonale, che è gestito dalla Fondazione Generiamo, società a totale partecipazione del Comune. Se la sezione dei piccoli non ha quasi mai usufruito del tempo pieno, quella dei grandi ha proceduto a singhiozzo. "Dopo una settimana dall’apertura un’educatrice è andata in maternità ed è stata sostituita solo con un part-time. La mia sezione, anziché finire alle 18, riusciva a garantire l’orario fino alle 16.30", racconta Bianca. Ci sono altri casi in cui, con un avviso al venerdì, i genitori hanno appreso che per la settimana successiva avrebbero dovuto ritirare i bambini alle 13.30. "Questo non ha permesso alle famiglie di organizzarsi con il lavoro e ha costretto molte altre a far ricorso a babysitter: sommando la retta dei nidi e questa figura, hanno pagato più che in un nido privato - spiega Marta -. Abbiamo anche provato ad avanzare al Comune la proposta di rimodulare le tariffe: prevedere per tutti il pagamento per la fascia oraria fino alle 16.30, anziché la retta intera, e poi fare un conguaglio successivamente".
Invece, si pagherà per intero anche se il servizio fino alle 18 è stato garantito solo alcuni mesi. "Da un lato abbiamo i nidi a gestione diretta del Comune in carenza di organico per l’impossibilità di assumere per il predissesto appena chiuso - spiega Alexandra Bonfanti, Cgil -. Dall’altro i nidi sotto Fondazione in una situazione ancora peggiore. Abbiamo chiesto all’amministrazione un’informativa sui servizi all’infanzia, dopo l’annuncio di voler progressivamente portare anche altri nidi in Fondazione".
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