Serve subito un nuovo piano di resilienza

Bruno

Villois

Bollette supersoniche e inflazione alle stelle stanno gravando sul portafoglio dei cittadini e sul futuro di molte Pmi, come forse non era mai successo. Stessa incidenza si sta verificando per i conti degli enti pubblici locali. Le finanze del Comune di Milano avevano già subito un doppio salasso dal crollo degli introiti degli Aeroporti Milanesi e dell’Atm, e per la Regione da Trenord, a causa del Covid, soprattutto per il 2020, ma anche per la prima parte del 21. È pur vero però che a differenza di cittadini e imprese, che possono contare solo sui loro conti in banca, gli enti locali hanno nello Stato l’ultimo ripianatore dei loro deficit. La botta di quest’anno potrebbe essere devastante, seppur ridotta dagli eccellenti risultati derivanti dai ricchi dividendi che dovrebbero arrivare dalla partecipazione di maggioranza degli Aeroporti Milanesi, grazie allo straordinario 2022. Analogo problema lo sta soffrendo il terzo settore, copioso a Milano, sia a causa del costo della vita, che di quello dell’energia, condizione che avrà effetti negativi per le loro attività di sostegno alle fasce deboli, situazione che imporrebbe che allo stesso Comune e alla Regione di essere più generosi nei loro contributi, ma difficilmente potrà avvenire. Milano continua a vivere una vita sociale effervescente, almeno nel primo e secondo centro, grazie anche all’ancora ampio turismo e ad eventi. C’è da rallegrassi che succeda perché sta evitando, per ora, di mandare in tilt pubblici esercizi e alberghi. Purtroppo l’effetto positivo è presente solo per una parte della città, periferie e interland lamentano e pagano gli aggravi che sono insostenibili per una fascia sempre più ampia di popolazione. Milano grazie alla sua reputazione internazionale è una delle città in cui vivere, anche nelle periferie è molto costoso, figurarsi ora. Ipotizzare tempi in cui gli eccessi di costi possano ridimensionarsi e identificare la tipologia, intensità e durata degli aiuti è difficile. Un ampliamento della solidarietà delle classi abbienti, ma su base volontaria, seppur sollecitata, non basta di certo, serve un nuovo Pnrr europeo.

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