Luigi, il clochard di piazza Duomo: "Trent'anni sotto i portici"

Luigi, 50 anni, col suo cane Jack è stato il primo ospite della struttura di Arca per i senzatetto e i loro animali

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"Ogni sera prima di andare a dormire mi facevo il segno della croce e pensavo: “Chissà se mi sveglio domani?“. Oggi invece ho una casa tutta mia e ancora non mi sembra vero". Luigi – che preferisce non rivelare il suo cognome – ha cinquant’anni e lo scorso inverno è diventato il primo ospite di Cascina Vita Nova, la struttura di Progetto Arca destinata ai senzatetto e ai loro amici a quattro zampe. Fino allo scorso anno viveva per strada, sotto i portici di piazza Duomo, dove ha trascorso più di metà della sua vita. Trent’anni a guardare una Milano che per gli altri cambiava, ma ai suoi occhi è rimasta immobile e granitica nell’incapacità (o nella non volontà) di vederlo.

Comincia presto la vita di strada di Luigi, prestissimo: "Quando ho litigato con i miei genitori e me ne sono andato di casa avevo solo 16 anni – ricorda –. I vecchi barboni mi hanno aiutato tanto, accogliendomi come se fossi loro figlio". Senza soldi o piani per il futuro, Luigi ha dovuto arrangiarsi come meglio poteva, dormendo prima dentro dei cartoni, poi in una tenda. "I miei occhi hanno visto cose che nessun ragazzo dovrebbe vedere – racconta –. Ho visto gente morire vicino a me perché beveva, si drogava o semplicemente per il freddo. Ogni sera andavo a dormire con la paura di non svegliarmi più". Una vita trascorsa tra gli sguardi indifferenti – o, in alcuni casi, addirittura sprezzanti – di chi gli passava di fianco senza neanche curarsi della sua presenza. "In tutti questi anni non ho mai visto cambiamenti significativi – ammette –. La gente va veloce e ti passa davanti senza neanche guardarti. Io e i miei amici di strada eravamo i “ragazzi trasparenti“. La strada ti dà un marchio e nessuno si ferma per conoscere la tua storia, capire chi sei davvero e perché sei lì".

Ogni tanto, però, qualcuno si fermava davvero a parlare con Luigi. Ed è questo che, nei momenti più difficili, gli ha dato la forza per andare avanti. Questo ma soprattutto Jack, il suo cane, che da dieci anni lo segue come fosse la sua ombra. "Lui è come un figlio per me – racconta Luigi, commosso –. Quando vivevo in strada continuava a venire a cercarmi, al punto che, a costo di non avere i soldi per mangiare, ho deciso di comprarlo dal suo padrone". Una scelta che , vista da fuori, può sembrare completamente irrazionale. Eppure, potendo tornare indietro nel tempo, Luigi lo rifarebbe.

"Jack mi è stato accanto nei momenti più difficili della mia vita – si commuove –. Se non avessi avuto lui al mio fianco, mi sarei suicidato anni fa. Con lui invece non mi sento mai solo". Lo scorso inverno, Luigi ha accettato di andare a vivere a Cascina Vita Nova, la struttura di Arca pensata apposta per le persone senzatetto che hanno un animale domestico.

Dopo trent’anni passati in strada, però, abituarsi a vivere sotto un tetto non è stato affatto scontato.

"La prima notte continuavo a piangere e non riuscivo a dormire. Avevo paura che, al mio risveglio, mi sarei trovato ancora per strada – confessa –. Mi alzavo continuamente, accendevo tutte le luci, facevo partire la lavatrice anche se era vuota. Non mi sembrava vero di essere in una casa".

Da qualche mese , per la prima volta nella sua vita, Luigi ha iniziato anche a lavorare. Pulisce i parchi di Baggio, Tricolore e Quarto Oggiaro. "Volevo mettermi in gioco – spiega lui –. Mi sento una persona diversa ad avere un guadagno vero, che non sia l’elemosina". Quando torna dal lavoro, Luigi sa che Jack lo sta aspettando e, finalmente, potranno starsene tranquilli nella loro nuova casa. E In fondo, si chiede lui, "non è questa la felicità?".

 

 

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