di Simona Ballatore "Gli attacchi hacker sono in aumento costante. Quello che è successo ad almeno due degli ospedali più grandi della Lombardia non è certo un buon indicatore di resilienza del sistema". Stefano Zanero è docente di “Computer Security” e “Digital Forensics and Cybercrime” al Politecnico di Milano. Un attacco senza precedenti? "Partiamo da un presupposto: sappiamo ancora pochissimo. Il fatto che vengano compromessi sistemi informatici di aziende, ospedali o enti pubblici non è una cosa che ci possa sorprendere. Le nostre aziende sono sempre più esposte verso l’esterno, questo fa sì che gli attacchi ci siano e che e che a volte abbiano successo. Ci sono due indici però per capire la gravità: quando l’attacco riesce a danneggiare la funzionalità del sistema e quanto tempo serve a ripristinarlo completamente". E in questo caso abbiamo avuto quattro ospedali in tilt, dalle tre di notte di lunedì, con ambulanze dirottate. "Quello che è successo in Lombardia, a così tanti ospedali insieme, è un campanello d’allarme. Non sappiamo ancora se è un attacco a scopo di estorsione, anche se è la cosa più probabile. Ma proviamo a pensare se si fosse trattato invece del preludio a un’aggressione militare o a un attentato terroristico: sarebbe stato molto più grave dell’impatto informatico in sé. Metterebbe in crisi l’intera infrastruttura sanitaria". Che si è mostrata vulnerabilissima. Qual è la situazione? "Il ministro Colao stesso ha detto che il 94% dei sistemi informatici della pubblica amministrazione è un colabrodo. E si potrebbe pensare ad una stima ottimistica... La condizione del sistema informatico della sanità la sperimentiamo da cittadini, tutti i giorni, non in situazioni così eccezionali. Non ci si sente particolarmente difesi". Anche se sono dati, quelli riguardanti la salute, sensibilissimi. "Il dato dal punto di vista del cittadino merita tutte le tutele. Ma qui, paradossalmente, non è il dato sanitario in ...
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