Sempre meno bar e negozi di abiti. Su l’e-commerce

I dati del 2021: più minimarket, tiene la ristorazione "Consegne a domicilio? Trend legato alle chiusure"

Coronavirus, bar a Milano (Ansa)

Coronavirus, bar a Milano (Ansa)

di Annamaria Lazzari

Volano sotto la Madonnina le imprese del commercio online, che crescono a fine 2021 del 26% rispetto a un anno prima e di quasi il 56% nei confronti del 2019. I minimarket confermano la loro "espansione" sul territorio, sfiorando il numero di mille in città e aumentando di quasi il 5% in un anno e del 12% in due. Male invece i bar – diminuiti del 5% rispetto al 2020 – e soprattutto c’è un tonfo per l’abbigliamento al dettaglio: in un anno sono scomparse 80 attività (-12%). È il quadro in chiaroscuro che emerge in città dai dati, aggiornati a fine 2021, del Registro delle imprese della Camera di Commercio. Sommando il commercio al dettaglio, la ristorazione e gli alberghi, sono 29.921 le imprese attive in città a fine 2021, in calo dell’1,8% rispetto al 2020 e del 2,8% sul 2019. A performare meglio è il commercio al dettaglio di prodotti via internet. Le imprese attive a dicembre 2021 sono 1.679, 352 in più in un anno (erano 1.327 a fine 2020). Due anni prima se ne contavano "solo" 1.077. La variazione in un anno è stata del 26% e addirittura di quasi il 56% in due anni.

"Il boom delle consegne a domicilio è legato anche ai giorni di chiusura a cui sono stati sottoposti i negozi, che da quando è scoppiato il Covid hanno toccato quota 138. L’unico modo per vendere i prodotti è stato affidarsi ai canali online. Non dobbiamo però aspettarci che i negozi scompaiano nel futuro: prevarrà una modalità phygital, che combina i valori e l’esperienza multisensoriale del commercio fisico con la comodità dell’online", spiega Massimo Torti, segretario generale di Federazione Moda Italia. I minimarket sono 989 nel capoluogo lombardo, con un incremento del 4,7% sul 2020 e di quasi il 12% sul 2019. Tiene la ristorazione: le imprese con somministrazione (ossia consumo sul posto) a fine 2021 sono 4.575 (+2,6% rispetto a un anno fa e +4,5% in due anni), mentre le attività vocate al delivery toccano quota 948 (rispettivamente +2,2% e +6,2%). Per i bar invece sono dolenti note: se ne contano 4.455 sotto la Madonnina, con una diminuzione del 5,3% rispetto a fine 2020 e dell’8,5% rispetto a fine 2019. Anche l’ambulantato soffre: sono 902 le imprese associate alle bancarelle di tessuti e abbigliamento (-10,4% in un anno e -13,3% in due anni). Anche i banchetti di altri prodotti (990) registrano un calo del 4,7% e del 9,4%. Il dato più negativo riguarda il commercio del fashion. Sono rimaste in piedi 574 imprese legate all’abbigliamento al dettaglio: erano 654 nel 2020 (-12,2%) e 758 due anni fa (-24,3%); in due anni sono sparite 184 attività. La ricetta contro la moria delle vetrine passa, secondo il presidente della rete associativa di vie di Confcommercio Milano Gabriel Meghnagi, "attraverso sostegni per il commercio, anche col credito d’imposta, alzando l’asticella del limite di 2 milioni di fatturato nel 2019, e soprattutto regolando meglio lo smart working, un massacro per le attività commerciali. Ormai si lavora solo nel weekend".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro