Semplificazioni per recuperare edifici degradati

Achille

Colombo Clerici*

U na ricereca del Cescat-Centro Studi Casa Ambiente e Territorio di Assoedilizia indica in oltre 2 milioni in Italia gli immobili abbandonati e degradati, prevalentemente ubicati nelle campagne, molti in posizioni panoramiche privilegiate, ma anche compresi in aree urbane residenziali o ex industriali dismesse. Solo a Milano si contano circa 8.500.000 mq di aree da recuperare (industriali, ferroviarie, etc.). La ricerca ha qualche anno, ma la situazione è rimasta sostanzialmente immutata nonostante i bonus edilizi profusi dallo Stato a piene mani. Per Confedilizia, che ha elaborato i dati resi noti dall’Agenzia delle Entrate, gli immobili cosiddetti “collabenti” nel 2021 sono cresciuti del 3,3% rispetto al 2020 e sono più che raddoppiati rispetto al 2011, anno pre-Imu (+113,61%). Varie le cause: diverse e lontane nel tempo. Innanzitutto la vetustà del patrimonio edilizio nazionale: il 16,6% del totale, è stato costruito prima del 1919, e ben il 62% prima del 1981, anno che possiamo indicare quale inizio dell’edificazione contemporanea. Hanno poi notevolmente influito fenomeni socio-economici quali l’abbandono delle campagne e dei borghi collinari e montani, l’inurbamento, le migrazioni interne e straniere, i processi di innovazione tecnologica, di ristrutturazione industriale e di terziarizzazione.

I Comuni e gli enti pubblici sono stati costretti molto spesso ad “inseguire” gli insediamenti generati dall’iniziativa privata, con grande dispendio e dispersione di risorse territoriali e finanziarie, nonché scarsi risultati sul piano di un razionale sviluppo urbano. Oggi è necessario privilegiare l’utilizzo del patrimonio edilizio esistente, evitando processi di dispersione e di sovraconsumo delle risorse territoriali, nonché episodi di destrutturazione del tessuto urbano consolidato, massimamente ove questo presenti caratteristiche di storicità. Come? Mediante la semplificazione dei procedimenti autorizzatori per gli interventi edilizi di recupero; la deroga agli strumenti urbanistico-edilizi, per consentire aumenti volumetrici e cambi di destinazioni funzionali; le agevolazioni fiscali; gli incentivi economico-finanziari; la regolarizzazione catastale.

*Presidente Assoedilizia

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