Sistema (ancora) in tilt: scuole senza supplenti

Caos nomine, 700 posti da coprire alle elementari, medie e superiori in alto mare. Venerdì sindacati dal prefetto: ora è problema sociale

Protesta in via Soderini con Usb Scuola

Protesta in via Soderini con Usb Scuola

Miano, 6 ottobre 2020 - "Non siamo tappabuchi", tuonano i precari “storici“, che da quasi un mese aspettano una convocazione. Ieri mattina la piattaforma informatica per il reclutamento è andata ancora in tilt. Nomine bloccate da venerdì pomeriggio a lunedì alle 13.30, scuole ancora senza insegnanti e senza tempo pieno: le più fortunate riescono a garantire l’orario fino alle 14.30, la maggior parte solo qualche ora al mattino. Quando il sistema informatico si è interrotto, venerdì, si era arrivati al candidato numero 3.600 per le elementari. Dal provveditorato però fanno sapere che le nomine si sono fermate a conclusione della giornata lavorativa - dopo un mese no stop per gli operatori - e che, dopo i problemi del sistema di ieri mattina, dalle 13.30 sono ripartite le procedure.

"Per le primarie mancano ancora 700 nomine - fa i conti Massimiliano Sambruna, Cisl Scuola Milano -. Hanno assegnato per ora 800 posti a fronte dei 1.500 disponibili. Per le medie e le superiori la procedura era iniziata giovedì e subito si è fermata. E i giorni passano". «Non ho parole per quello che sta ancora succedendo", scuote la testa Jessica Merli, segretaria della Flc Cgil. Che bussa in prefettura: i sindacati avevano fatto richiesta di un incontro l’11 settembre, saranno ricevuti venerdì. "Confidiamo di arrivare a una mediazione. Chiediamo l’intervento del prefetto a questo punto perché sta diventando un problema sociale. Non è più contrattuale, è un’altra cosa. Qualcuno deve prendersi carico di quanto sta succedendo perché la situazione è esplosiva: c’è un diritto allo studio che viene negato. E ci sono lavoratori che sono ancora lì, in attesa di un contratto che sarebbe già dovuto partire".

Difficile al momento anche fare i conti: "L’account della piattaforma Sigeco destinato ai sindacati non ha funzionato fino al 26 e adesso dobbiamo contarci una ad una le migliaia di cattedre per capire a che punto siamo - spiega Merli -. Due weekend fa si è lavorato sia il sabato che la domenica, visto che il sistema si è informatizzato anche per questo, ma questo weekend era tutto fermo". Si sa di presidi che non sapendo cosa fare, soprattutto per il sostegno, hanno chiamato le famiglie. "Non può esserci mai una negazione del servizio - spiega la sindacalista - ma vista la situazione c’è chi tiene a casa il proprio figlio". Altri presidi hanno deciso di chiamare nel frattempo dalle proprie graduatorie. "E anche in questo caso non viene garantita continuità didattica: anche i bambini con disabilità dovranno cambiare più insegnanti", spiega Carlo Giuffrè, Uil Scuola. Anche lui, insieme a Flc Cgil e Gilda era tra i firmatari della diffida al provveditore Marco Bussetti. "Non era un attacco politico né era nostra intenzione screditarlo, quanto trovare un accordo contro un sistema che non funziona - sottolinea Giuffrè -. Abbiamo contestato al direttore scolastico la situazione che si è creata: non si è tenuto conto del fatto che Milano non fosse una provincia piccola. Bussetti deve prendere decisioni che gli competono per trovare una soluzione. Non sappiamo cosa stiano facendo adesso e abbiano intenzione di fare, ci sono ancora montagne di reclami ed errori da correggere e le persone continuano a rivolgersi a noi per diritti negati. Facciamo da parafulmini".

Un gruppo di precari ieri si è presentato ancora in via Soderini per assistere alle operazioni di nomina dei supplenti e cercare di capire perché le operazioni si fossero nuovamente bloccate. "Che l’utilizzo di Sigeco fosse una scelta scriteriata, visti i continui errori degli anni passati, è storia nota e molto costosa - tuona l’Usb Scuola -. Ma che il dirigente Bussetti rifiuti colloqui, neghi l’accesso, violi tutti i diritti alla trasparenza, all’accesso e alla collaborazione di una organizzazione sindacale supera ogni limite di tollerabilità. E non è la prima volta". Da qui la richiesta dell’Usb di cambio ai vertici dell’ufficio scolastico milanese: "Chiediamo che venga gestito senza scontri politici tra la Lega e il governo, ma in esclusiva tutela della scuola pubblica statale". Nuovo picchetto giovedì in via Soderini dalle 11 alle 15.

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