SIMONA BALLATORE
Cronaca

Scuola pubblica ma finanziata da privati? Per il ministro Valditara “servono più legami con le aziende”

Milano, il neonato ente no profit e il ministro Valditara firmano un protocollo d’intesa. Un’iniezione da 50 milioni per la formazione: "I giovani guardino con speranza al domani"

Il ministro: "Noi puntiamo su una maggiore qualità e una minore quantità, per iscriversi prima all’università, negli Its o entrare nel mondo del lavoro"

Il ministro: "Noi puntiamo su una maggiore qualità e una minore quantità, per iscriversi prima all’università, negli Its o entrare nel mondo del lavoro"

Il primo obiettivo è ambizioso: raccogliere 50 milioni di euro in cinque anni da destinare al mondo dell’istruzione. Nasce con questa sfida la “Fondazione per la scuola italiana“, ente no profit interamente finanziato da privati. Il battesimo lunedì, tra i gioielli della Veneranda Biblioteca Ambrosiana, con il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara che ha firmato già un protocollo d’intesa insieme al presidente Stefano Simontacchi. Si lavorerà fianco a fianco, con una commissione paritetica, per ottimizzare le risorse e sostenere progetti comuni.

Per dare vita alla Fondazione per la scuola italiana hanno unito le forze UniCredit, Banco Bpm, Enel Italia, Leonardo e Autostrade per l’Italia. Simontacchi spiega l’esigenza, in uno scenario che deve fare i conti con rivoluzione green, intelligenza artificiale e competizione globale. "Siamo entrati nell’epoca dell’economia della conoscenza: la formazione è l’elemento chiave in cui investire – sottolinea il presidente della Fondazione –. La scuola è davvero un ascensore sociale. Ma oggi c’è un disallineamento tra la domanda delle imprese e l’offerta". Si stima che il 47% dei posti di lavoro - da qui tre anni - non potrà essere coperto per mancanza di qualifiche.

“Siamo anche in un’epoca in cui i giovani vedono il futuro con paura. Noi vogliamo una scuola che regali a ogni studente la speranza nel proprio futuro", sottolinea il presidente e partner dello studio legale BonelliErede. Di qui l’idea di creare un nuovo ente al fianco dei ragazzi e degli istituti scolastici. Un alleato. "Anche perché l’investimento pubblico del Governo nell’istruzione è in linea con la media Ocse ma siamo ancora indietro sul contributo del privato nella scuola pubblica". Si ferma allo 0,5% in Italia, contro la media Ocse del 2%.

Tra le prime azioni, un bando dedicato alle scuole che hanno approvato la sperimentazione tecnica in 4 anni più 2, per sostenere i progetti più meritevoli; risorse da mettere in campo per spingere sull’internazionalizzazione; interventi per colmare i divari a Sud e nelle periferie del Nord. "Creeremo anche un’app per aiutare tutte le scuole a costruire una rete di alunni – spiega ancora il presidente –. Funziona molto all’estero, penso soprattutto agli Stati Uniti, ma anche alla Francia e alla Germania. L’idea è restare in contatto con gli alunni che la scuola forma in modo che continuino a sostenerla nel tempo. E daremo risposte a bisogni territoriali specifici".

Inquadra le priorità il ministro Valditara: "La grande sfida oggi è quella dell’istruzione tecnica e professionale – spiega –: noi puntiamo su una maggiore qualità e una minore quantità, per iscriversi prima all’università, negli Its o entrare nel mondo del lavoro. Non con una compressione di programmi, ma con programmi ammodernati, che tengano conto dell’investimento nei laboratori. Servono più collegamenti con le imprese e il privato, che finanzia la scuola per necessità strategiche".

Gli interventi della Fondazione saranno a tutto campo e guarderanno anche alla formazione liceale. Nel Consiglio di amministrazione, al fianco di Simontacchi, ci sono Giovanni Azzone, presidente di Fondazione Cariplo, Fabrizio Palenzona, presidente del Gruppo Prelios, e Rosa Lombardi, docente de La Sapienza di Roma. È stato istituito un “collegio dei garanti“, guidato da Mario Comba.

Nel pomeriggio il ministro Valditara ha partecipato anche a “Salute Direzione Nord“, promossa da Fondazione Stelline e organizzata da Inrete a Palazzo Lombardia. Qui ha analizzato un dato "preoccupante": "In Italia ci sono 50mila ragazzi che da dei mesi vivono reclusi in casa attaccati a un computer o a un cellulare". "La scuola – ha aggiunto – deve cercare di scoraggiare l’uso di cellulare almeno fino alla terza media". Sotto la lente anche le ricadute dell’autonomia sulla scuola, delle quali si sta occupando un tavolo di esperti, e il G7 istruzione.