Barona, il 70% senza internet né computer: studiare a distanza non funziona

Poche famiglie con connessioni e strumenti informatici per la didattica. Solo l’impegno dei volontari ha permesso ai ragazzi di presentare la tesina per l’esame di terza media

Lezioni a casa

Lezioni a casa

Milano, 13 luglio 2020 - Dall’associazione di volontariato WeWorld l’atto d’accusa contro la didattica a distanza: "Non è democratica". Così Manuela Augusto, coordinatrice del progetto React Barona: "Tra i quartieri in cui la rete lavora c’è la Barona, a Milano, dove abbiamo aiutato anche gli studenti che dovevano presentare un elaborato come esame di terza media, nella zona il 70% dei ragazzi seguiti dal progetto non possiede computer o tablet e non ha collegamenti internet a uso domestico".

Il coronavirus ha cambiato l’esame di terza media, ma non ha bloccato il lavoro dei volontari di WeWorld. Con il progetto React, Reti per educare gli adolescenti attraverso la comunità e il territorio, gli uomini e le donne dell’associazione non hanno dimenticato i ragazzi già in difficoltà prima dell’emergenza. Dal 24 febbraio in Lombardia e dal 5 marzo in tutta Italia le scuole sono rimaste chiuse a causa del Covid-19.

Tra gli altri , sono rimasti a casa gli oltre 3.200 ragazzi seguiti attraverso il progetto, che coinvolge circa 1.700 famiglie e 690 insegnanti. I centri territoriali sono stati tutti chiusi sia per le attività di gruppo che individuali, ma l’operatività è rimasta invariata grazie ai social media come WhatsApp con cui gli educatori hanno proposto sostegno nei compiti, attività di gruppo ma anche giochi e supporto individuale.

«All’interno del quartiere Barona lavoriamo ormai da qualche anno seguendo bambini e bambine in difficoltà per svariati motivi. Abbiamo sempre cercato di mostrare come la zona abbia delle risorse – spiega Augusto –. Con l’arrivo del Covid-19 tutto è diventato più complicato ma noi non abbiamo mai fermato la nostra attività".

Con gli scatti del fotografo Claudio Majorana durante il lockdown l’associazione ha portato avanti un progetto fotografico con l’obiettivo di raccontare l’emergenza vissuta dai ragazzi. I volontari hanno aiutato anche le famiglie: "Ci siamo attivati sotto ogni punto di vista – continua la coordinatrice – molti genitori sono rimasti senza lavoro, abbiamo unito una rete e li abbiamo inseriti in una catena di distribuzione di alimenti".

A soffrire pesantemente del momento sono stati i ragazzi che dovevano presentare un elaborato come esame di terza media: "È difficile immaginare che a Milano nel 2020 non tutti abbiano avuto la possibilità di fare lezioni online o la tesina a causa della mancanza di un computer o di una connessione a internet, ma è così. Per alcuni studenti di terza media abbiamo dovuto scrivere noi l’elaborato mentre loro ce la dettavano. Attraverso un vero e proprio lavoro di rete e collaborazione con i genitori e le famiglie tutti i nostri ragazzi - conclude Augusto – hanno superato l’esame di terza media".

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