Milano, caos cattedre: ritardi, diffide e 1.900 errori. Oltre metà posti scoperti

Ripubblicata (di nuovo) la graduatoria dei supplenti. Dalla direzione centrale un gruppo di lavoro ad hoc: oltre il 50% delle cattedre è vuoto

Supplenti in protesta

Supplenti in protesta

Milano, 28 settembre 2020 - Terremoto nel provveditorato milanese, fra scuole senza docenti, caos nella graduatoria dei supplenti, ritardi e diffide. Sabato pomeriggio è stata pubblicata l’ultima versione della nuova graduatoria provinciale per le supplenze (Gps). Ricorretta. "Perché a fronte di 700 errori acquisiti - spiega Massimiliano Sambruna, Cisl Scuola - il sistema informatico non ne aveva acquisiti altri 1.900 segnalati. La graduatoria era stata caricata il 23 settembre, come da accordi, ma il sistema si era “mangiato“ alcune correzioni". Obiettivo: chiudere la partita - con tutti i supplenti in classe - entro l’ultimo giorno di settembre, mercoledì. Ma potrebbero esserci slittamenti.

"E il tema caldo è uno: non sappiamo ancora quanti accetteranno il posto. Se accetteranno in 9mila per i 12mila a disposizione andremo verso la normalizzazione, altrimenti la situazione si complica e non dipenderà dalle procedure ma da un fatto: non si accetta il posto a Milano". Intanto si corre ai ripari per velocizzare le nomine. "Tra una settimana tutti i supplenti in classe": ha annunciato la ministra Lucia Azzolina, sottolineando che a livello nazionale l’80% dei prof mancanti è già stato nominato. ("Massimo il 50%", ribattono i sindacati). Ma da queste percentuali - più o meno ottimistiche - sfugge sempre il caso Milano. E anche Roma è consapevole che in Lombardia - e in particolare nella provincia meneghina - si ha la situazione più grave. Il ministero dell’Istruzione ammette alcuni problemi riscontrati dall’Ufficio territoriale e annuncia che "ora sarà supportato dalla Direzione generale Lombardia, attraverso un apposito gruppo di lavoro, per poter completare le operazioni nei primi giorni della settimana prossima".

Sul tema delle responsabilità della situazione, ci si divide. Flc Cgil, Uil Scuola e Gilda avevano firmato una vera e propria diffida nei confronti del provveditore ed ex ministro Marco Bussetti. "La responsabilità di Milano sta in particolare nel fatto che dal 6 agosto - data in cui avevano chiuso come tutti le Gps - al 27 agosto - data in cui Bussetti ha dato alle scuole polo l’80% delle 112mila domande arrivate - sono passate tre settimane inutilmente", scuote la testa Jessica Merli, segretaria provinciale Flc Cgil.

«Non si può suonare l’allarme il giorno prima della pubblicazione accorgendosi di averne fatte solo il 20%. È stata una scelta disastrosa", continua la sindacalista, che ricorda un dato di fatto: "La colpa non è dei poveri dipendenti dell’ufficio scolastico, che sono sempre stati sotto organico e che hanno lavorato giorno e notte con turni massacranti, compiendo una vera impresa titanica. Erano già calcolabili allora le ore che servivano per sistemare 112mila domande, l’organico ordinario non ce la poteva fare. Le scuole polo si sono viste scaricare quella mole di domande il 28 agosto, in un momento in cui stavano cercando banchi, spostando muri, garantendo la riapertura". Pronostico? "Ora che si completano le procedure per la secondaria, si arriverà al 10 ottobre".

Dopo la diffida - inviata venerdì al provveditore e per conoscenza al ministro dell’istruzione e alla direttrice dell’ufficio scolastico regionale Augusta Celada - è arrivata la ripubblicazione della graduatoria e l’annuncio di un gruppo di lavoro regionale ad hoc. Che dovrà districarsi ancora fra gli errori: ci sono candidati che non riescono ad accedere alla piattaforma perché non viene riconosciuto il codice fiscale e chi sparisce dalle convocazioni che ogni 4 ore vengono caricate sul portale. "A noi sindacati non funzionava l’account chiesto per monitorare le operazioni - ricorda Jessica Merli -. Per una settimana ci hanno “chiuso fuori dalla porta”: è antisindacale".

Non firma la diffida Cisl Scuola. "Perché il problema dei tempi a Milano è stato dettato dalla scelta di dare alle scuole le graduatorie più veritiere possibili dopo gli errori del sistema centrale - sottolinea Sambruna -. E non dimentichiamoci che Milano deve processare lo stesso numero di domande di una regione come il Veneto. Ci sono errori sì, ma nelle modalità di reclutamento e nelle tempistiche dettate dal ministero".

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