"Vi cacciamo dall’Italia": razzismo alla scuola calcio

Ristoratore cinese denuncia i dirigenti della squadra del figlio di otto anni

Escalation di violenze verbali e razzismo strisciante anche nel calcio giovanile

Escalation di violenze verbali e razzismo strisciante anche nel calcio giovanile

Milano, 24 gennaio 2020 - «Vi cacciamo proprio dall’Italia, cinesi di ...". La discussione fra adulti al termine di una partita fra bambini è finita in denuncia di un cinese, padre di un bimbo di 8 anni, contro la dirigenza della scuola calcio frequentata dal figlio. Gli insulti sarebbero stati pronunciati dal responsabile di una squadra di calcio di una società polisportiva nell’estrema periferia sud di Milano contro un ristoratore cinese di 40 anni e al figlio di 8 anni al culmine di una discussione iniziata per il mancato pagamento del biglietto di ingresso per una partita di calcio tra bambini, del prezzo di 4 euro. Il ristoratore cinese ha denunciato alla polizia il presunto episodio di razzismo raccontato agli agenti del commissariato di Lorenteggio che lo scorso 19 gennaio ha accompagnato il figlio - regolarmente iscritto alla società collegata a importanti club anche di serie A - per partecipare al torneo.

Aveva intenzione di ritornare al proprio locale una volta iniziato il match per sbrigare alcune faccende e così ha varcato l’ingresso senza pagare il biglietto. Nella sua intenzione sarebbe ritornato in tempo per assistere il bambino all’uscita dal campo per poi tornare a casa, ma l’insistenza del piccolo è stata tale che ha deciso di restare. Il ristoratore, che vive in Italia da quando aveva 8 anni, si è trattenuto nell’area ristoro con altri genitori e con il bambino alla fine della gara. Quando è uscito col gruppo, secondo quanto riportato in denuncia, il presidente della società lo ha affrontato con toni duri affinché pagasse la quota di 4 euro. Il cinese alla polizia ha detto di riconoscere il proprio errore ma di essere rimasto comunque molto sorpreso dall’atteggiamento, soprattutto in virtù della presenza di bambini in quel momento e di una spesa al bar di 50 euro. La discussione è degenerata quando il ristoratore ha detto che avrebbe pagato, ma solo dopo aver ottenuto la liberatoria per svincolare il tesserino del figlio dalla squadra. Sarebbe a questo punto, nella sua ricostruzione, che un altro responsabile della società lo ha spinto via e gli avrebbe detto, davanti ad altri testimoni: "Anzi vi cacciamo proprio dall’Italia ...".

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