Scuola, la battaglia del preside: settimana corta per la famiglia, così ho convinto tutti

Milano, Alessandro Gullo ha iniziato dieci anni fa all’Allende, poi al Kandinsky e al Varalli. Dall’invito taglia-costi del 2013 alla scelta per ridare tempo a figli e genitori. Chi la prova non torna indietro

Alessandro Gullo oggi è preside dell’istituto Varalli

Alessandro Gullo oggi è preside dell’istituto Varalli

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Milano, 15 settembre 2022 - Ha sposato la battaglia della settimana corta già una decina d’anni fa, portandola all’istituto Allende, in piazzale Ulisse Dini, nel 2013, quando riuscì a convincere le famiglie e i docenti più restii. "Non fu affatto facile", confessa oggi il preside Alessandro Gullo, che ha sostenuto il calendario su cinque giorni anche al Kandinsky e all’istituto Varalli, che ora guida.

Come andò dieci anni fa? "Lo spunto iniziale fu la circolare inviata dalla ex Provincia e dal provveditorato, che invitavano ad articolare la settimana su cinque giorni anziché sei, per una questione di risparmi sui costi del riscaldamento. Arrivò il giorno stesso del collegio docenti, ma non c’era il 100% dei presenti per discuterla. Così la portammo direttamente in consiglio d’istituto e passò per un solo voto. Proposi un anno di prova, in via sperimentale. I genitori non ne volevano proprio sapere...".

Come li convinse? "Non ne ho fatto mai tanto una questione di risparmio, il discorso ecologico ci sta, ma non è il principale. Anche oggi. Ne ho fatto più una battaglia di civiltà, in un periodo complesso per le famiglie, pieno di turbolenze. Il punto è questo: la famiglia deve trovare il modo e il tempo di stare insieme. Togliere il sabato era per me soprattutto il modo di ricompattare un istituto che sembra negletto. Quando la famiglia manca, o quando si sfascia, i figli soffrono eccome e lo vediamo anche a scuola: abbiamo le prove e non solo nei voti".

Il risultato dopo quell’anno? "L’anno successivo feci un sondaggio: l’85% era più che favorevole a proseguire con i cinque giorni, divenne indiscutibile e non si volle più tornare indietro. Come è accaduto nelle altre scuole che hanno optato per la settimana corta, d’altronde. Dopo un anno o due la votò il Torricelli, poi il Varalli. Tutto il polo scolastico di via Ulisse Dini".

Che orbita attorno a una stessa caldaia. "Sì, che adesso viaggia su cinque giorni, e non è un male. Anche se i problemi all’impianto non sono mancati...".

Siete anche finiti in Dad “per freddo“ lo scorso anno, quando andò in tilt... "Per fortuna abbiamo avuto un incontro con Città Metropolitana e con i lavori di manutenzione in programma la situazione dovrebbe migliorare. Non si sa quanto si risparmia con i cinque giorni. Ripeto, il motivo della nostra scelta era un altro".

E gli studenti? Come vedono i cinque giorni? "Sono contenti. È comunque un giorno in meno di viaggio. Anche da padre lo posso dire: mio figlio fino all’anno scorso frequentava il liceo classico su sei giorni ed è stato pesante. Al liceo è sempre più difficile spostare tutto su cinque giorni, ci sono più resistenze. Credo che al Vittorio Veneto si siano convinti adesso anche sulla scorta della nostra esperienza, una nostra ex professoressa oggi insegna lì. Non mancano le difficoltà, sia chiaro, in certi periodi dell’anno il carico può essere pesante, ma tanti apprezzano il fine settimana in famiglia. E credo nella settimana corta anche dal punto di vista didattico: la vita non può essere dedicata solo ai programmi didattici".

 

 

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