Il fratello di Paolo Borsellino: "Una scorta per la memoria in via D’Amelio"

Da Arese la proposta di Salvatore dopo la contestata visita di Salvini con il volto del magistrato sulla mascherina

Paolo Borsellino

Paolo Borsellino

Arese (Milano), 10 gennaio 2021 -  «Ho riflettuto a lungo stanotte. Il disgusto per le scene a cui ho dovuto assistere non mi hanno fatto dormire", a dirlo è Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, il magistrato ucciso nella strage di via D’Amelio il 19 luglio 1992 a Palermo. Il riferimento va alla tappa del leader della Lega Matteo Salvini - a Palermo come imputato all’udienza preliminare del processo Open Arms - nel luogo della strage dove vennero uccisi il giudice e gli uomini della sua scorta. Salvini ha indossato per l’occasione una mascherina con impressa l’immagine di Paolo Borsellino. Residente ad Arese, lontano dalla Sicilia, Salvatore Borsellino ha puntato immediatamente il dito "sull’uso strumentale della mascherina" e anche sulla stessa presenza di Salvini in via D’Amelio. 

L’indignazione non si placa nelle ore successive. "Mia nipote Roberta è andata in via D’Amelio a chiedere scusa a Paolo. Se Rita fosse stata ancora in vita sarebbe scesa giù per cacciarlo via. Purtroppo io abito lontano. Posso custodire quel posto soltanto il 19 luglio" scrive Salvatore sul suo profilo Facebook, gli rispondono in migliaia per solidarietà. Ieri mattina, l’appello per aiutarlo a costruire una "scorta per la memoria". L’idea è che tutti i giorni, almeno dal primo di maggio al 30 di luglio, i mesi delle stragi, alcuni volontari “custodiscano” quel luogo in via D’Amelio dalle 8 del mattino alle 8 della sera. "Queste profanazioni non si devono ripetere. Quell’albero, piantato nella buca che era stata scavata dall’esplosione che ha fatto a pezzi Paolo, Agostino, Claudio, Emanuela e Eddie Walter è stato voluto da nostra madre perché potesse accogliere le persone, i giovani soprattutto, che vengono in quella via a trovare Paolo, ad onorare la memoria di suo figlio e dei ragazzi della sua scorta uccisi insieme a lui", aggiunge Salvatore. "Uno di noi che, a turno, almeno per i mesi delle stragi, non soltanto un giorno all’anno, faccia da scorta a Paolo e ai suoi ragazzi come quei soldati che per mesi, dopo quel 19 luglio, fecero da guardiani davanti alla tomba di Paolo, al cimitero dei Rotoli di Palermo dove era stato sepolto". Ai volontari che si presteranno sarà data in mano una Agenda Rossa, come quella del giudice scomparsa dal luogo della strage. "Chiunque potrà iscriversi" dice Salvatore, offrendo ospitalità per una notte nella casa di Paolo. Allo scopo è già stata aperta la mail: scorta.per.la memoria@gmail.com.

La replica di Salvini non si è fatta attendere: "Qualcuno chiacchiera e insulta, mentre io ho fatto il ministro dell’Interno e sono stato orgoglioso di aver combattuto la mafia potenziando l’agenzia per confiscare i beni dei boss, ho abbattuto ville abusive, ho promosso sgomberi, ho assunto forze dell’ordine, ho organizzato i comitati nazionali per la sicurezza a San Luca e Castel Volturno. Agli altri lascio le parole".  

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