Sconto di pena per l’ingegnere che si fingeva ginecologo

Falsi profili social per adescare minorenni. Dopo la condanna a 8 anni, nuove accuse e sospetti. Ma intanto il giudice "condona" 2 anni e mezzo

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MILANO

di Stefania Totaro

Scende in appello da 8 anni a 5 anni e 8 mesi la condanna per il finto ginecologo che abusava di ragazzine minorenni, chiamato però ora a rispondere di una raffica di nuove accuse. L’uomo, un 50enne brianzolo in realtà ingegnere, che per fingersi medico usava il nome fittizio di Alberto Berti, era stato arrestato nel 2019. Lo scorso maggio il Tribunale di Milano gli ha inflitto la condanna a 8 anni di reclusione nel processo con il rito abbreviato, pena che ora la Corte di Appello di Milano ha abbassato di quasi 2 anni e mezzo, sembra per un ricalcolo per l’ampia concessione delle attenuanti generiche, anche se le motivazioni dei giudici saranno rese note tra 60 giorni. Il finto ginecologo dovrà però presentarsi il 26 marzo all’udienza preliminare al Tribunale milanese per rispondere di altri presunti episodi di violenza sessuale, adescamento e pornografia minorile che avrebbe commesso tra l’aprile 2014 e il febbraio 2019.

Dalla richiesta di rinvio firmata dalla pm milanese Francesca Gentilini, emergono a suo carico 18 nuovi capi di imputazione: gli si contesta l’adescamento e la ricezione di materiale pornografico da più di dieci ragazzine, tutte minorenni all’epoca dei fatti. E dovrà anche rispondere di sostituzione di persona, per essersi intestato profili social con foto di persone ignare, tramite i quali entrava in contatto con le vittime. Secondo le indagini dei poliziotti dell’allora Commissariato di Monza, il 50enne creava falsi profili sui social network per trovare le ragazze, e in particolare si nascondeva dietro nomi di coetanei delle minorenni per convincerle ad affidarsi al finto professionista di fama mondiale dello "Studio Berti". A questo punto, entrava in scena il ginecologo "Alberto": "25 anni, single e in cerca di una relazione seria" in grado di proporre il fantomatico metodo anticoncezionale “Neutro” alle giovanissime vittime per "evitare" di "diventare frigide", ma anche per permettere loro "di non avere bambini"; tra le soluzioni che proponeva anche metodi per evitare di "non piacere più a nessuno".

Le indagini non si erano fermate alle prime due denunce, ed erano continuate anche ricorrendo a un appello attraverso la trasmissione "Chi l’ha visto?" per raggiungere altre possibili vittime. Nei due anni di investigazioni, tra il novembre 2018 e l’ottobre 2020, gli inquirenti sono arrivati ad altre 11 minorenni, tra cui due che sarebbero state abusate sessualmente, rispettivamente nel 2014 e nel 2018. Se l’adescamento non andava a buon fine, il 50enne arrivava anche alle minacce di informare i genitori delle giovani vittime per farsi pagare da loro gli importi delle ‘consulenze’ professionali.

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