Scocca l’ora della riscossa: "Basta paura del virus"

Saracinesche alzate a Bresso, una delle città più colpite dall’emergenza. Boom per i parrucchieri, ancora tanta incertezza tra i ristoratori

Migration

Bresso (Milano), 19 maggio 2020 - Serrande dei negozi alzate: ma non per tutti a Bresso, tra le realtà più colpite dall’emergenza coronavirus, con la speranza che i cittadini non siano ancora impauriti dai contagi. Il “D-Day” delle riaperture è ottimo per i barbieri, con una lista lunghissima di clienti, buono per i gelatai, che hanno salvato gli incassi con il take away, e discreto sulla fiducia per i commercianti di abbigliamento. Sarà più dura per i bar-ristoranti, che dovranno fare i conti con un taglio netto dei coperti del 50%.

Dopo quasi due mesi e mezzo, riapre la boutique De Santis di via Centurelli: "Cerchiamo di riprendere una vita normale - spiega Roberto De Santis, vicepresidente di ConfCommercio Desio -. Nel comparto di zona, da Bresso a Seregno, la stima delle non aperture riguarda solo il 3% delle attività. Abbiamo avuto zero incassi: visto che i miei dipendenti non hanno ancora ricevuto i 600 euro, li ho anticipati io. Se la gente supererà la paura del contagio, ce la faremo". Roberto Redaelli, del salone “Acconciature Roberto” di via Vittorio Veneto, ha iniziato presto, ieri mattina, a tagliare i capelli: "Tra i 15 e i 20 clienti prenotati al giorno, per alcune settimane - dice lo storico barbiere -. Sono fermo da marzo, a zero incasso. Ho speso per ora 300 euro per mascherine, visiere, guanti, mantelline usa e getta, gel igienizzante. Più la sanificazione del negozio, che può accogliere un solo cliente alla volta. Ho preso solo i 600 euro di marzo".

Il gelato “tiene”, come precisa Enzo Bosisio, titolare de “Il Gelatiere” di via Lurani: "Dal 4 maggio mi sono salvato con l’asporto – racconta Bosisio, da 20 anni a Bresso -. E sarà la mia fortuna, anche per l’estate. Ho una clientela di fiducia. Consegno il gelato anche a casa. Nel mio negozio, secondo le nuove regole, può starci solo una persona seduta. Quindi ben venga l’asporto". La situazione è più complicata per il “Bistrot Benin”, davanti al centrale Parco Rivolta. L’apertura è in programma oggi, "ma solo per bar e caffetteria - le parole di Andrea Benin –. Le direttive regionali sono arrivate solo poche ore fa. Devo completare gli ultimi lavori per riorganizzare il locale e poi valutare la risposta della gente. Per il ristorante dovrò ridurre da 12 a 6 i tavoli e da 30 coperti a 12. Ma aspetterò l’inizio di giugno".

 

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro