Polizia locale di Milano verso lo sciopero: "Stanchi delle promesse"

Dalle divise alle notti con pochi agenti in strada, l’elenco delle rivendicazioni

I ghisa milanesi

I ghisa milanesi

I ghisa del Sulpm si preparano allo sciopero. Martedì il segretario Daniele Vincini formalizzerà alla Prefettura la proclamazione dello stato di agitazione, con richiesta di programmare il prima possibile il tentativo di conciliazione con il Comune; che, viste le premesse, ha scarsissime possibilità di portare a un accordo tra il sindacato e Palazzo Marino. Da lì, ogni data sarà buona per incrociare le braccia.

Il Sulpm ha rotto gli indugi a valle dell’incontro di giovedì con l’assessore alla Sicurezza Marco Granelli, "dopo tre mesi di silenzio". Un incontro ritenuto "insoddisfacente" dalla sigla maggioritaria tra gli agenti della polizia locale, che in una nota interna ha elencato ai suoi iscritti tutte le problematiche "irrisolte" che li riguardano. La prima, la più importante: "Ci hanno messo anni per scoprire che il Corpo invecchiava e che occorreva fare assunzioni adeguate: arriviamo a oggi con i nostri pochi operatori che la notte si trovano soli e isolati davanti a gruppi di facinorosi, senza tutele e senza strumenti di difesa idonei". Il riferimento è anche a quanto successo nove giorni fa in via Filzi, dove due ghisa del Comando decentrato 9 hanno dovuto fronteggiare in strada una ventina di ragazzi, riuscendo a metterne in fuga alcuni con l’utilizzo dello spray urticante. Già, lo spray al capsicum, "che tanti problemi ha risolto in modo ottimale", anche se, accusa il sindacato, nessuno "ha pensato di procedere a bandi di gara per acquistarne a sufficienza per tutti e a rifornirli di ricariche". E il concorso appena lanciato dall’amministrazione per assumere 500 agenti in due anni? "Dubitiamo – ribatte Vincini – che riescano a reclutarne tanti, visto come sono andate le prime fasi: in molti non si sono presentati".

Detto questo, sul tavolo ci sono pure altre questioni, tutt’altro che secondarie per i ghisa: dai 400 sovrintendenti degradati per "un’impropria applicazione" del contratto ai 73 operatori di unità altamente specializzate "che si sono visti decurtare lo stipendio". E poi le divise ("Si chiamano uniformi perché devono essere tutte uguali", ironizza Vincini), i fondi per la previdenza complementare legati agli incassi da multe, il mancato riconoscimento dell’infortunio da Covid-19. "Colleghi e colleghe, si vuole continuare ad ascoltare il canto delle sirene, da qualsiasi parte arrivi?", la domanda retorica che chiude il volantino del sindacato. La risposta è scontata: "Via alle procedure per la mobilitazione della categoria: la misura è colma".

 

 

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