Dagli scavi per la Metropolitana 4 riemerge l’antica città dei Navigli

Sulla sponda medievale alla Colonna usata per la messa in tempi di peste

I lavori per il sezionamento e lo spostamento del muro romano nel cantiere M4 'De Amicis'

I lavori per il sezionamento e lo spostamento del muro romano nel cantiere M4 'De Amicis'

Milano, 6 dicembre 2017 - Un rinvenimento inatteso, a differenza di altri. E a differenza di altri sarà conservato, valorizzato ed esposto al punto da trasformare in una sala museale l’atrio di una stazione della metropolitana, quello spazio immediatamente prima dei tornelli. Succederà nella stazione De Amicis della Metropolitana 4. E ad essere esposto sarà un muro medioevale lungo 12 metri e alto 3 che l’analisi delle malte ha incastonato tra il Tredicesimo e il Quattordicesimo secolo dopo Cristo, in epoca viscontea. Il progetto originario della futura stazione è stato cambiato proprio perché fosse ricavato spazio per le mura storiche, che saranno messe in mostra là dove RINVENIMENTI In alto una moneta romana del I secolo dopo Cristo e qui sopra lo scheletro di una bimba risalente al III secolo dopo Cristo L’ARGINE La sponda del Naviglio di San Gerolamo costruita tra il XIII e il XIV secolo dopo Cristo, in epoca visconteasono state rinvenute per effetto degli scavi necessari alla realizzazione della linea blu, vale a dire: nel sottosuolo di via De Amicis, all’incrocio con piazza Resistenza Partigiana e via Cesare Correnti. «Questo muro – spiega la sovrintendente Antonella Ranaldi – costituiva la sponda esterna del Naviglio di San Gerolamo, che qui scorreva. Siamo esattamente lungo quella che era la Cerchia dei Navigli e questo è stato il primo punto in cui il canale fu tombato a fine Ottocento».

Alla luce anche un accenno di un archetto che collegava la sponda ad altro. Secondo Ranaldi si tratta di un pezzo del ponticello che soverchiava il Naviglio per consentire il passaggio pedonale e ricongiungersi a quella che una volta era, e ora non è più, la Porta dei Fabbri. Questa si stagliava nell’attuale piazza Resistenza Partigiana ma di quel passato resta una sola traccia: la piccola via De Fabbri, che origina proprio dalla piazza. In questi giorni gli operai del cantiere inizieranno lo smontaggio della sponda. Per metterla a segno occorrerà dividere l’operazione in quattro fasi per altrettanti blocchi. «Entro metà gennaio il trasloco sarà completato» garantiscono Guido Mannella e Massimo Lodico, nell’ordine presidente del consorzio dei costruttori e presidente di Metro Blu.RINVENIMENTI In alto una moneta romana del I secolo dopo Cristo e qui sopra lo scheletro di una bimba risalente al III secolo dopo Cristo L’ARGINE La sponda del Naviglio di San Gerolamo costruita tra il XIII e il XIV secolo dopo Cristo, in epoca viscontea

Le mura saranno temporaneamente ospitate nel deposito del campo base della Metropolitana 4, in via Gatti. Poi saranno riportate in loco ed esposte nella stazione a lavori ultimati: non prima della fine del 2022. Croce e delizia dei cantieri, il rinvenimento di questo muro ha ritardato di un anno il cronoprogramma per la realizzazione della stazione De Amicis. Altri blocchi della sponda saranno invece messi in mostra accanto all’anfiteatro romano di via Molino delle Armi. Non l’unico rinvenimento, quello della sponda. Poco distante, nell’area di quella che sarà la stazione Sant’Ambrogio, si sta cercando una soluzione per recuperare il fossato adiacente la Pusterla di Sant’Ambrogio in corrispondenza dell’uscita della stazione, nel punto in cui la M4 si connetterà alla M2. Non è finita. I lavori per la nuova linea hanno permesso di portare alla luce quel che resta delle termee erculee, risalenti al Secondo secolo dopo Cristo. Un ritrovamento prevedibile e previsto, stavolta.

E avvenuto durante lo scavo nel sottosuolo di corso Europa. Il complesso monumentale delle terme è però apparso fortemente compromesso dalla posa dei tubi della fognatura avvenuta negli anni ’70, quindi non si conserverà nulla. Zona fertile di storia, quella di San Babila. Rinvenute monete romane risalente al Primo secolo dopo Cristo ma anche fondi di ciotole e coppe in ceramica decorata databili intorno al Sedicesimo secolo dopo Cristo. Particolarmente d’impatto il ritrovamento, di nuovo nel sottosuolo di corso Europa, di una tomba del Terzo secolo dopo Cristo nel quale è conservato in buono stato lo scheletro di una bambina. A quell’epoca Milano era capitale dell’Impero Romano d’Occidente e la città si allargò fino ad includere anche l’area di corso Europa precedentemente usata per seppellire i defunti proprio perché, come da tradizione dei romani, fuori dalle mura. Suggestivo, infine, il ritrovamento in largo Augusto di una Ruvida Colonna all’interno della Colonna del Verziere che veniva utilizzata durante la peste come altare per consentire le funzioni dalle finestre adiacenti evitando così il contatto e quindi il contagio.

giambattista.anastasio@ilgiorno.net

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