Dalla Bicocca a El Salvador: lo scarto di caffè? Segreto anti età

In cantiere una bioraffineria e cosmetici

AL LAVORO Ilaria Bruni nel centro  di ricerca dell’Università Milano Bicocca dove sono state analizzate le caratteristiche anti-ossidanti degli estratti  vegetali e si stanno creando i primi cosmetici con l’obiettivo di creare una linea a El Salvador

AL LAVORO Ilaria Bruni nel centro di ricerca dell’Università Milano Bicocca dove sono state analizzate le caratteristiche anti-ossidanti degli estratti vegetali e si stanno creando i primi cosmetici con l’obiettivo di creare una linea a El Salvador

Milano, 18 agosto 2018 - Gli scarti del caffè per la produzione di cosmetici anti età. Dai laboratori della Bicocca a El Salvador. Il progetto pilota, nato con Expo 2015, decolla sotto l’ala dell’università e del suo laboratorio Best4food e guarda oltre oceano. L’obiettivo? «Realizzare una bioraffineria integrata nel territorio e una linea di prodotti anti-age a El Salvador, per creare un’economia circolare e posti di lavoro», sottolinea Ilaria Bruni, tecnico di laboratorio e ricercatrice della Bicocca. Laureata in Scienze biologiche e con un dottorato in Scienze ambientali, Ilaria Bruni coordina il progetto “Caffè Corretto: la via del caffè tra Guatemala, El Salvador e Italia” e il progetto europeo “Del productor al consumidor: por una cadena de valor sostenible de café, añil y hortalizas”.

Si parte dal frutto e dagli studi in laboratorio per trasformare lo scarto in valore. «A Milano mettiamo a disposizione le nostre competenze, le nostre ricerche – sottolinea Bruni – l’obiettivo poi è il trasferimento tecnologico nelle località in cui si produce caffè, lavorando sulla filiera. È un progetto scientifico e anche di cooperazione internazionale. Fra i partner ci sono l’Università di El Salvador e Africa 70, un’organizzazione non governativa che realizza progetti in Africa, America Centrale e Medio Oriente».

Dal 2016 “Best4food”, il centro di ricerca sul rapporto tra cibo e salute dell’Università di Milano-Bicocca, studia in El Salvador soluzioni per valorizzare i rifiuti che derivano dalla lavorazione del caffè. «Già nella depolpatura, quando il frutto viene schiacciato per far uscire i due semi, viene lasciato come scarto la polpa che fra l’altro è difficile da smaltire e, fermentando, crea anche problemi all’ambiente – spiega la ricercatrice –. Quando siamo andati sul posto a “prelevare” questa polpa, che tutti vedono come rifiuto, ci guardavano incuriositi. Con questo progetto cerchiamo di ottenere macromolecole di interesse per il benessere dell’uomo e di supportare economicamente i coltivatori di caffè creando un nuovo mercato dello scarto».

Le polpe vengono lavorate sul posto grazie al lavoro delle cooperative di produttori di caffè e dei laboratori dell’Università di San Salvador, con i quali l’ateneo milanese ha creato una rete. Nei laboratori dello ZooPlantLab di Bicocca sono stati condotti gli studi riguardanti la messa a punto delle fasi di estrazione e le analisi delle bioattività degli estratti, trasferiti poi nei laboratori dell’Università di El Salvador. L’ultima fase terminerà a maggio 2019: si stanno realizzando formulazioni cosmetiche grazie alla collaborazione con altri laboratori di ricerca universitari italiani. «Gli estratti vegetali hanno delle proprietà anti-ossidanti – sottolinea Bruni –. I primi cosmetici che sono stati realizzati e che sono in fase di analisi sono principalmente prodotti anti-aging. Ci piacerebbe, sempre con la collaborazione dei nostri partner, creare una linea vera e propria. Stiamo studiando la fattibilità, convinti che questo progetto possa avere un forte impatto sociale oltre che scientifico».

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro