Scambia i carabinieri per ladri e spara

Tre colpi nella notte in via Barona, poi le scuse: "Troppi furti subìti". Denunciato imprenditore agricolo

Carabinieri in azione (foto di repertorio)

Carabinieri in azione (foto di repertorio)

di Nicola Palma

Tre colpi di arma da fuoco nella notte. L’arrivo dei carabinieri e le scuse: "Pensavo fossero i ladri". Una giustificazione che non è bastata a un imprenditore agricolo di 30 anni per evitare la denuncia per esplosioni pericolose e procurato allarme e il sequestro della pistola usata per sparare a salve e il ritiro cautelativo di nove fucili da caccia, due carabine e altre due pistole, regolarmente detenute. Secondo quanto ricostruito dal Giorno, l’allerta è scattata nella notte tra giovedì e venerdì della scorsa settimana.

Durante un servizio di perlustrazione in via Barona, strada che corre all’interno delle prime propaggini del Parco Sud, l’attenzione dei militari di una pattuglia del Radiomobile è stata richiamata da quel rumore secco, per tre volte: sono colpi di arma da fuoco, la conclusione immediata. A quel punto, gli investigatori del pronto intervento si sono avvicinati a una cascina e hanno visto in lontananza un uomo che stava camminando verso di loro: era il proprietario, visibilmente imbarazzato per quanto accaduto. In sostanza, l’uomo ha spiegato di aver sentito il rumore della macchina e di aver pensato istintivamente a una banda di ladri; e altrettanto d’impulso ha impugnato la Colt Sting 357 Magnum caricata a salve e ha sparato per tre volte in aria per allontanare i banditi. Di più: l’imprenditore agricolo, che risulta essere incensurato, ha aggiunto di essere stato più volte vittima di incursioni notturne e di furti di gasolio e di macchinari e utensili agricoli. Di conseguenza, l’esasperazione per quei continui raid l’avrebbe spinto a esplodere i tre colpi in rapida successione per scoraggiare eventuali malintenzionati. Ovviamente, i carabinieri hanno svolto tutti gli approfondimenti del caso all’interno della cascina-agriturismo e hanno accertato che il trentenne ha un regolare porto d’armi.

La nottata si è conclusa con la denuncia a piede libero per i reati di procurato allarme e accensioni ed esplosioni pericolose; inoltre i militari hanno sequestrato l’arma che ha sparato, la 357 Magnum caricata a salve, e ritirato in via cautelativa altre due pistole, nove fucili da caccia e due carabine. Per trovare negli archivi un episodio simile in Lombardia, bisogna tornare indietro al 2005. In particolare alla sera dell’11 febbraio di sedici anni fa, quando il titolare di una ditta di Copreno, frazione di Lentate sul Seveso, aveva scambiato i carabinieri per ladri e aveva sparato due colpi con la pistola semiautomatica regolarmente detenuta, colpendo uno dei militari. L’intervento era partito dall’allarme scattato nell’azienda specializzata nella produzione di articoli per ferramenta. I carabinieri, in divisa, erano entrati nel capannone da una porta socchiusa ed erano saliti al primo piano per capire cosa fosse successo.

Pochi secondi dopo, era arrivato pure l’imprenditore, che, convinto di avere di fronte due banditi, aveva fatto fuoco. Per fortuna, il collega del militare ferito era riuscito a mantenere la calma, riuscendo a bloccare il titolare della ditta senza innescare una sparatoria. Poi erano scattati i soccorsi al vicebrigadiere colpito, che se l’era cavata dopo due interventi chirurgici. L’imprenditore era stato indagato per eccesso colposo di legittima difesa. Anche l’altra sera alla Barona i carabinieri hanno tenuto i nervi saldi.

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