Scala, via libera all’accordo-ponte Una tantum di mille euro ciascuno

Intesa tra dirigenza e sindacati: il nuovo contratto slitta al 2024. Misura anti-inflazione da 1,6 milioni

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di Nicola Palma

Via libera all’accordo-ponte sul rinnovo del contratto Scala. Dopo il placet del Cda, arrivato lunedì, ieri il sovrintendente Dominique Meyer e i rappresentanti sindacati di Cgil, Cisl, Fials e Uil hanno sottoscritto l’intesa che farà slittare l’inizio del nuovo triennio al periodo 2024-2026. Entro martedì prossimo, a chiusura del triennio 2021-2023, ogni lavoratore a tempo indeterminato del Piermarini, compresi gli intermittenti con un tasso di risposta alla chiamata superiore al 30% nel 2022, percepirà una cifra una tantum di circa mille euro netti a testa da uno stanziamento complessivo pari a 1,6 milioni di euro.

Da domani in avanti, con appuntamenti già fissati, proseguirà il confronto tra le parti per arrivare al nuovo contratto, che entrerà in vigore il primo gennaio 2024. Nel documento firmato da dirigenza e rappresentanti dei lavoratori di via Filodrammatici, si fa riferimento a un precedente accordo, quello che il 2 maggio 2020, in piena pandemia, aveva sancito una moratoria di due anni (2021 e 2022) sul rinnovo dell’intesa Scala. Nel settembre del 2022, la trattativa è ripresa, ma a dicembre, complici le incertezze (poi rientrate) sui finanziamenti pubblici e la difficoltà di redigere un bilancio preventivo entro la fine dell’anno, è arrivato lo stop definitivo. Tuttavia, si ricorda, "la fiammata dell’inflazione verificatasi nel 2022, soprattutto con riguardo ai costi primari per l’elettricità e il riscaldamento, ha oggettivamente determinato una riduzione del potere d’acquisto delle retribuzioni del personale della Fondazione, meritevole di un ristoro in linea con i provvedimenti adottati dal Governo e negli altri settori contrattuali". Da qui la decisione di riconoscere "un emolumento una tantum" del valore complessivo di 1,6 milioni di euro (con un incremento di 600mila euro rispetto alla somma prospettata qualche settimana fa). Altri 210mila euro verranno destinati alla previdenza complementare, a titolo di contribuzione aziendale per l’iscrizione al fondo Byblos, "calcolata sulla retribuzione utile ai fini del calcolo del trattamento di fine rapporto" con le seguenti percentuali: 5% di adeguamento ai ballerini, 2,5% al resto del personale e 2 euro a prestazione agli intermittenti. E ancora: nel 2023, la Scala lancerà un appalto per una polizza di assistenza sanitaria integrativa a favore di tutti i dipendenti (intermittenti compresi), per un valore complessivo di 290mila euro.

Per una trattativa andata a buon fine, ce n’è una ancora in alto mare: quella tra la Filarmonica e i tecnici per le prestazioni extra in occasione dei dieci concerti dell’orchestra in teatro, con il Piermarini spettatore interessato. Dopo lo sciopero di due giorni fa, che non ha impedito ai musicisti di esibirsi davanti a una platea gremita, lunedì prossimo è in programma quello indetto dalla Cgil, che contesta l’inserimento del lavoro per la Filarmonica in orario Scala e l’inevitabile aggravio di compiti per macchinisti, elettricisti e meccanici.

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