Sasso centra auto, telecamera puntata sulla via: la svolta è più vicina

Cernusco, donna uccisa dalla paura. Nel mirino la gang del terrapieno

Il sasso ha centrato il parabrezza

Il sasso ha centrato il parabrezza

Milano,1 2 novembre 2017 - Ottimismo temperato dalla prudenza. Ma l’attenzione degli inquirenti si è già concentrata sul gruppetto di ragazzini che, di sera, gironzola vicino al terrapieno di fronte alla Provinciale 121, usato, giovedì sera, per fare il tiro al bersaglio contro le auto, a Cernusco sul Naviglio, nel Milanese. Il sasso lanciato dalla montagnetta di cinque metri ha sfondato il parabrezza della Opel Astra dove c’era Stella Caldarini, la volontaria morta di infarto per lo spavento, quando la pietra di un chilo e 200 grammi è caduta, ai suoi piedi, sul tappetino della macchina. A parlare di quel che nessuno avrebbe definito branco fino a 48 ore fa, sono le famiglie del quartiere, a protezione del quale, da qualche mese, è spuntata la barriera anti-rumore, teatro del folle gioco.

Che nelle vicinanze girino dei vandali è certo. Il sottopasso che sbuca proprio di fianco al terrapieno al centro dell’indagine è completamente “affrescato”. I carabinieri di Cassano sono partiti dalla montagnola per ricostruire la traiettoria del “proiettile”. E intanto si cercano immagini di telecamere private. Poco distante, prima del punto della tragedia, c’è una villa videosorvegliata. Per ora, si ascoltano testimoni. I ritmi sono febbrili, si corre per dare nome e cognome ai responsabili. Sono state ascoltate decine di persone, che abitano nel rione sorto dal nulla tre anni fa. Sono loro ad aver riferito del capannello di giovani. La svolta sembra nell’aria.

Secondo chi indaga, il quadro è del tutto simile ad altri emersi in episodi analoghi, in cui il movente è stato la noia. Un copione che potrebbe ricalcare in tutto e per tutto quanto accaduto giovedì. Domani, ci sarà l’autopsia sul corpo di Stella, dalla quale non si attendono sorprese. La famiglia avrebbe voluto fissare la data delle esequie. Ma al marito e alla figlia è stato chiesto di aspettare l’esito dell’esame. Si cerca la conferma di ciò che è parso subito chiaro: a uccidere l’impiegata è stato un malore, innescato da uno choc fortissimo.

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