Sassari, massacra i genitori con fiocina e forchettone: in fin di vita il padre

Meno grave la madre. La famiglia Picci aveva vissuto a Pieve Emanuele fino a un paio di anni fa

I rilievi della scientifica sul posto

I rilievi della scientifica sul posto

Pieve Emanuele (Milano) - Il dramma di Santa Maria Coghinas – dove un figlio ha tentato di uccidere i genitori adoperando una fucina e un forchettone da cucina – sconvolge la comunità di Fizzzonasco, dove, in viale Lazio, risiedeva la famiglia, e quella di Voghera. Alberto Picci, 47 anni, arrestato mercoledì mattina all’alba, aveva vissuto a Fizzonasco fino a quando si è spostato ed è andato a vivere a Voghera con la moglie. A Pieve era rimasta, residente, solo la madre Maria Giovanna Drago, 67 anni, che però da circa due viveva prevalentemente in Sardegna con il marito Giuseppe Picci di 68, un ingegnere che lavorava prevalentemente all’estero. I pochi che conoscevano la famiglia, che viveva in una zona residenziale di villette, sono rimasti senza parole. "Non potevamo immaginare un fatto del genere – racconta una vicina di casa – erano molto tranquilli e si vedevano poco in giro". Anche il sindaco Paolo Festa conferma che nessuno della famiglia aveva mai segnalato difficoltà: "Non ci risultano problemi di alcun genere, tanto che sono sconosciuti ai nostri servizi sociali. Fra l’altro qui a Pieve non vivevano da circa due anni". L’ipotesi che prevale è quella di un gesto inconsulto dell’uomo, forse a causa di un diverbio avvenuto in precedenza. Alberto Picci era andato a trovare i genitori in Sardegna, dove era arrivato da alcuni giorni. Poi l’altra notte, quella tra martedì e mercoledì, il dramma.

Alberto Picci avrebbe agito in stato di semi consapevolezza, senza alcun motivo apparente. Con un fucile da sub ha sparato una fiocina che ha trafitto alla gola e al cranio il padre, poi ha colpito la madre alla testa con un forchettone. I due coniugi ridotti in fin di vita sono stati sottoposti entrambi a interventi chirurgici, hanno superato la nottata e restano ricoverati nel reparto Rianimazione dell’ospedale Santissima Annunziata di Sassari. Giuseppe Picci è il più grave, in condizioni critiche, mentre le condizioni della moglie destano minore preoccupazione. Mercoledì sera i chirurghi hanno estratto la fiocina con un intervento delicatissimo, durato ore. La donna invece era stata operata già nella mattinata per le ferite alla testa. Alberto Picci è stato arrestato mercoledì all’alba dai carabinieri della compagnia di Valledoria e si trova ora rinchiuso nel carcere di San Sebastiano. Il sostituto procuratore Angelo Beccu, titolare dell’inchiesta, lo accusa di duplice tentato omicidio aggravato.

Un fatto che riporta alla mente il recente omicidio e tentato omicidio avvenuto a Opera. Qui il 7 gennaio mattina un 28enne aveva accoltellato entrambi i genitori e poi era fuggito di casa. I due anziani genitori erano stati colpiti con una decina di fendenti. La madre di 63 anni e il padre di 83 anni, entrambi feriti gravemente, erano stati sottoposti a delicate operazioni chirurgiche. L’uomo, di 83 anni, si trovava ricoverato al Policlinico di Milano, dove è deceduto poi il 20 gennaio. La perizia psichiatrica lo ha riconosciuto "socialmente pericoloso e totalmente incapace di intendere e di volere" nonchè "incapace di stare in giudizio".

 

 

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