Sanremo, Mahmood: dal Gratosoglio al trionfo. "E' il nostro orgoglio"

Il sindaco: "Lo invito in Comune. Il suo trionfo è un buon segno". Ma la Lega va all’attacco

 Mahmood

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Milano, 11 febbraio 2019 - «Bravo Mahmood! Con te ha vinto Gratosoglio, Milano e l’Italia. Ti aspetto a Palazzo Marino per congratularmi di persona». Il sindaco Giuseppe Sala, con un post mattutino su Facebook, si congratula con il 27enne rapper italo-egiziano che è cresciuto nella periferia sud di Milano, vicino alle Torri bianche del Gratosoglio, e sabato sera ha vinto il Festival di Sanremo. «Mi sembra un buon segno – aggiunge il primo cittadino nel pomeriggio, a margine del Capodanno cinese –. In questo momento la musica a Milano ha protagonisti che funzionano. Ho fatto di recente un bel dibattito con Marracash. Sarò molto contento se Mahmood verrà a Palazzo Marino. E sarò ancor più contento se riusciremo a fare un evento per i ragazzi milanesi: gli proporrò di darci una mano e, magari al Gratosoglio, fare un evento ad hoc». Dopo la proiezione delle opere della pittrice Frida Kahlo lo scorso maggio sulle facciate delle torri bianche, Sala punta su un altro evento per mettere in vetrina il Gratosoglio, in attesa del restyling della “piazza senza nome’’, quella che avrebbe dovuto chiamarsi “Piazza Allegria’’, ma che dopo il passo indietro della Fondazione Mike Bongiorno è ancora una piastra desolata.

La vittoria del rapper milanese con papà egiziano e mamma sarda, intanto, scatena la polemica politica sui social network. Il leader della Lega Matteo Salvini commenta su Facebook: «Mahmood... mah... La canzone italiana più bella?!? Io avrei scelto Ultimo, voi che dite??». La consigliera comunale del Pd di fede islamica Sumaya Abdel Qader, in un altro post, risponde così al segretario della Lega: «La canzone di Mahmood non è male, ha un significato molto forte e sicuramente meritava una posizione alta e ho tifato perché la raggiungesse, così come per altri. Sicuramente non l’ho tifato per il suo nome musulmano o le sue mezze origini arabe. Per me è uno come gli altri. Ma per una volta condivido Salvini. Avrei preferito Ultimo anche io». Salvini e Sumaya, su posizioni politiche opposte, si trovano d’accordo su Ultimo.

“Miracoli’’ di Sanremo. Intanto il capogruppo lumbard in Comune, nonché parlamentare del Carroccio Alessandro Morelli, affonda il colpo sulla vittoria di Mahmood: «Vedere vincere Sanremo uno del Gratosoglio solo perché la giuria buonista vuole far politica sulla pelle di uno che si chiama Maometto ed è figlio di coppia mista non mi piace. Altra carne al fuoco per i servizi melensi sulla periferia dalla quale si può sfuggire con tutti questi delle élite che fanno come allo zoo: si guarda da lontano perché è pericoloso e le belve mordono». Posizione opposta per la presidente della commissione Periferie di Palazzo Marino, Roberta Osculati (Pd), che scrive sui social: «La musica italiana che vince nasce in una periferia di Milano: i quartieri possono essere una bella inaspettata sorpresa per tutta la città e per l’intero Paese Italia». Il presidente del Municipio 5 Alessandro Bramati, infine, invita Mahmood nella sede del “parlamentino’’, ma avverte il sindaco: «Compito di una buona amministrazione non è essere “ossessionati’’ dalle periferie, ma creare le condizioni per far esprimere la vivacità di un territorio, senza la presunzione di risolvere i problemi con interventi spot».

 

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