«Da un mese e mezzo dagli ospedali mi segnalano che le liste dei direttori di distretto sono state composte prima di espletare i bandi, che sarebbero solo un pro-forma", denuncia Carmela Rozza, consigliera regionale del Pd che col collega Carlo Borghetti ha segnalato all’Orac (organismo di controllo della Regione) una selezione dell’Asst Niguarda per il distretto di cui è competente, relativo al municipio 9 di Milano. I distretti, reintrodotti in Lombardia su richiesta del Ministero della Salute con la riforma sanitaria varata undici mesi fa al Pirellone, "non sono forma ma sostanza", rimarca Borghetti: sono le articolazioni delle Asst che dovranno organizzare "Case e Ospedali di comunità e Centrali operative territoriali", la nuova sanità disegnata dal Pnrr.
I consiglieri dem mostrano il verbale di una riunione dello scorso 17 giugno, nel quale si legge che la direttrice socio-sanitaria territoriale "comunica ai presenti" che una dirigente del Niguarda "sarà nominata direttore di distretto". Il bando per quell’incarico sarà pubblicato solo il 5 agosto, e al termine della procedura, a fine settembre, tra tre candidate risulterà vincitrice proprio quella dirigente. Il Niguarda liquida le dichiarazioni del Pd come "illazioni", e spiega che la direzione del distretto del municipio 9, formalmente istituito a marzo, era stata inizialmente affidata ad interim alla direttrice socio-sanitaria dell’Asst: "A giugno, ancora in attesa di comunicazioni regionali, la direzione strategica, nella riunione interna il cui verbale viene citato, intendeva nominare temporaneamente un dirigente interno che rispondeva ai criteri definiti da Regione", che stabilivano che "l’individuazione temporanea" potesse riguardare, in alternativa al Dss, "un direttore di struttura complessa di area territoriale dell’Asst", come la dirigente in questione.
Solo un mese dopo, il 19 luglio, la Direzione regionale Welfare avrebbe dato le indicazioni per la nomina definitiva dei direttori di distretto in base alle quali è stato fatto il bando del 5 agosto, ricordano dal Niguarda. Le indicazioni della Regione prevedono una selezione interna tra i dirigenti dell’Asst e dell’Ats di riferimento, e solo nel caso in cui vada a vuoto un avviso pubblico. E il Pd le contesta, perché "non specificano le discipline, aprendo di fatto anche ai dirigenti amministrativi", ricorda Rozza che un paio di settimane fa, in Consiglio regionale, aveva chiesto conto sia della procedura del Niguarda (contestandone in quel caso i requisiti e la composizione della commissione) che di quella dell’Asst Bergamo Ovest dove "su quattro direttori di distretto due sono dirigenti amministrativi" e non figure sanitarie.
Non è il caso della direttrice del distretto del municipio 9, che è medico e ha pure solide esperienze di gestione nella sanità territoriale. "Non metto in dubbio che fosse la migliore - specifica Rozza - e probabilmente non c’è reato, ma è una questione di trasparenza. Del Niguarda parliamo perché abbiamo dei documenti, ma temiamo sia la punta dell’iceberg. Il rischio che avevamo denunciato in aula, al quale la Giunta ha dato una risposta burocratica e non politica, è che la nomina dei direttori di distretto in troppi casi non segua criteri di merito e competenza, ma di spartizione dei posti. Il fatto stesso che sia ammesso un curriculum amministrativo sembra fatto su misura per sistemare gli amici a fine legislatura. Questo è gravissimo, mina la qualità della sanità lombarda e umilia i suoi operatori che da oltre due anni e mezzo lottano contro la pandemia".