Sanatoria, Milano "capitale" delle truffe

Raggiri, falsi contratti e trucchi: fino a 5mila euro di spesa per tentare la regolarizzazione. L’allarme di associazioni e sindacati.

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di Andrea Gianni

Agenzie ambigue, che offrono escamotage per forzare le regole della “sanatoria“ per alcune categorie di lavoratori stranieri. Offerte illecite di contratti di lavoro fittizi, pacchetti completi che arrivano a far lievitare fino a 5.000 euro il costo per tentare la strada dell’agognata regolarizzazione. Truffatori che prendono di mira stranieri che puntano a uscire dalla clandestinità. Nella corsa al permesso di soggiorno si è creata una "zona grigia", composta da italiani o stranieri che puntano a spillare più soldi possibili a chi cerca una scorciatoia per ottenere il via libera. La posta in gioco è alta, anche perché i numeri sul tavolo non sono da poco.

Secondo l’ultimo rapporto del ministero dell’Interno, lo scorso 30 giugno si erano registrate 80.366 domande sul territorio nazionale. Circa l’80% da parte di colf e badanti il resto da lavoratori del settore agricolo e della pesca. Solo in Lombardia le domande sono oltre 20mila, la stragrande maggioranza per collaboratori domestici. E Milano è la prima provincia d’Italia, con oltre 10mila domande. Arriva dalla Città metropolitana di Milano, area più multietnica d’Italia, la metà delle domande presentate sul territorio regionale da colf e badanti. Seguono a distanza le province di Napoli, con oltre 6.500 domande al 30 giugno, Roma, Caserta, Torino, Salerno. Poi le lombarde Brescia (1929), Bergamo (1833) e Monza (1575). E Milano, per i suoi numeri, rischia anche di diventare terra di conquista per truffatori e agenzie che offrono sistemi per “bucare“ la rete dei controlli, con il rischio di un aumento dei raggiri con l’avvicinarsi del termine alla presentazione delle istanze.

Un allarme sollevato anche da esperti, sindacati e associazioni che lavorano con gli stranieri. "In questa fase bisogna prestare la massima attenzione ai truffatori", ha spiegato nel corso di un incontro online Paolo Bonetti, professore di Diritto costituzionale alla Bicocca ed esperto di immigrazione. "È inutile cercare 50 interlocutori diversi – prosegue – finché il 51esimo dice quello che uno vuole sentirsi dire e offre una scorciatoia. Spesso i truffatori sono connazionali, e l’invito è quello di denunciare". Il caso più classico per forzare le maglie della misura prevista per far emergere dal lavoro nero e dalla clandestinità alcune categorie di lavoratori stranieri è presentare un dipendente in nero, in settori non compresi nella “sanatoria“, come un collaboratore domestico".

"I controlli ci sono – ammonisce Bonetti – ed è inutile cercare questo tipo di sistemi". Un allarme sollevato anche da Maurizio Bove, di Anolf Lombardia e Fisascat-Cisl. "Di certo questo non è uno strumento per risolvere la gestione dei flussi – ha spiegato – e non risolve i problemi anche perché non sono compresi settori importanti come edilizia, turismo e servizi". Un fattore che aumenta il rischio di imbrogli. "Ci sono datori di lavoro fittizi che poi non si presentano - spiega Bove – e uno arriva a spendere un sacco di soldi per trovarsi con niente in mano". La base sono i 500 euro da pagare per presentare la domanda, quota fissa per tutti. Poi i costi possono solo lievitare, fino a 5-6mila euro per partecipare alla lotteria del permesso di soggiorno.

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