San Vittore, due poliziotti aggrediti da detenuti psichiatrici

La presenza di reclusi con patologie mentali è sempre più frequente. I sindacati: "Non possiamo affrontare questo tipo di problemi"

Due aggressioni ai danni di due agenti di polizia penitenziaria l’altro ieri a San Vittore. Lo riferisce Pietro Coscarelli, segretario della Uspp (Unione sindacati polizia penitenziaria) con una nota. "Prima al reparto femminile una detenuta affetta da patologie mentali ha colpito l’ispettore del reparto con un pugno al volto, poi, all’interno della sezione in cui vengono destinati i soggetti problematici, un detenuto dopo aver lanciato insulti e sputi contro il personale, ha sferrato un colpo al torace di uno degli agenti intervenuti. Entrambi i poliziotti son dovuti ricorrere alle cure sanitarie. Solidarietà ai colleghi e auguri di pronta guarigione".

Sugli episodi sono intervenuti Roberto Di Marco e Gian Luigi Madonia, della segreteria regionale Uspp Lombardia. Per Di Marco "il personale di San Vittore si è sempre distinto per l’alta professionalità con cui gestisce gli eventi critici in genere" ma adesso "la situazione sembra sfuggire di mano e non vediamo soluzioni all’orizzonte. Se la politica penitenziaria non cambia, anche il personale più specializzato rischia di non riuscire più a rispondere alle esigenze ed a simili eventi".

Secondo Madonia le responsabilità sono "sistemiche: il problema dei detenuti psichiatrici è una delle cause principali degli episodi violenti e degli eventi critici in genere" e le "strutture non sono adeguate al contenimento di malati di mente, così come il personale non è assolutamente formato per gestire soggetti che non possono collaborare per evidenti limiti psichici".

Del resto, nella relazione di metà mandato del Garante milanese delle persone private della libertà Francesco Maisto, presentata ad agosto scorso, si denunciava che "la maggiore criticità attuale in tutte le nostre carceri è rappresentata dalla grave carenza di assistenza psichiatrica". Una realtà, quella dei detenuti con disturbi mentali, che è andata peggiorando negli ultimi anni. Da gennaio 2015 a fine aprile 2021 "si è assistito ad un crescendo di tale fenomeno". L’anno peggiore è stato il 2020, quello della pandemia.

"É evidente - osservava Maisto - come l’impatto dei disturbi psichiatrici e del comportamento sia decisamente importante rispetto alla difficile gestione dei detenuti che viene, da più parti, rappresentata". A livello regionale, si legge nella relazione Maisto, sono ben 880 le persone con problemi di patologie psichiatriche (672) o con disturbi del comportamento (208). Eppure in Regione sono solo due i reparti all’interno delle carceri destinati a reclusi con questi problemi, a Monza e a Pavia.

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