San Siro, Sala parte in contropiede: Cardinale a Sesto? Chiamerò i club

Blitz del neoproprietario del Milan alle ex Falck. Il sindaco: voglio capire se le squadre hanno cambiato idea. Di Stefano: qui l’impianto si farebbe in tempi più brevi. La replica: noi lenti ma rispettiamo le promesse

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di Massimiliano Mingoia

Uno scatto inaspettato. All’inizio della scorsa settimana Gerry Cardinale, il nuovo proprietario del Milan tramite fondo statunitense RedBird, è andato a Sesto San Giovanni per valutare se il nuovo stadio dei rossoneri (e dei nerazzurri?) possa nascere nelle ex aree Falck. Cardinale ha visitato quei terreni insieme ai tecnici di MilanoSesto (proprietaria dell’area, ndr) e al sindaco della cittadina a nord di Milano Roberto Di Stefano. Il blitz, svelato ieri dalla Gazzetta dello Sport, non è passato inosservato dalle parti di Palazzo Marino. No, perché allo stato attuale Milan e Inter non hanno mai smentito di voler realizzare il nuovo stadio a San Siro, di fianco al Meazza, in un’area di proprietà del Comune di Milano.

Adesso, però, c’è la variante della nuova proprietà del club rossonero. Cardinale e Redbird punteranno ancora sulla Cattedrale firmata Populous da realizzare a San Siro oppure potrebbero virare su Sesto, magari optando per un nuovo stadio esclusivamente del Milan? La domanda resta ancora senza risposta.

Il sindaco Giuseppe Sala, intanto, osserva le mosse di Cardinale e riparte in contropiede: "Le squadre mi hanno molto recentemente scritto dicendo “bene l’avvio della consultazione pubblica, noi stiamo predisponendo il dossier da presentare. Mi farò sentire da loro per capire se hanno cambiato idea o se dobbiamo proseguire su questa strada. Con zero intenti polemici". Il primo cittadino, insomma, vuole capire se il dibattito pubblico sul progetto del nuovo stadio di San Siro potrà partire appena i club avranno presentato il loro progetto riveduto e corretto alla luce della riduzione delle volumetrie da 0,51 a 0,35. Non solo. Sala risponde anche a distanza a Di Stefano, secondo cui costruire il nuovo stadio in aree private come le ex Falck sarebbe più conveniente per Milan e Inter, perché i tempi si accorcerebbero e i costi si ridurrebbero. "Se uno stadio viene fatto su un’area pubblica, è soggetto a un iter di cui la consultazione pubblica è l’ultimo passaggio. Se viene fatto su un’area privata, tutto ciò non serve", osserva Sala, che però rivendica quanto fatto fin qui: "Noi lenti? Oggettivamente il sistema pubblico in Italia ti fa essere lento. Ma tutte le promesse che ho fatto le ho mantenute e stiamo andando avanti". Quanto a una possibile separazione di Milan e Inter sul nuovo stadio, il sindaco dice di non averne sentore.

Le reazioni politiche non mancano. Il consigliere comunale della Lega Samuele Piscina invoca la convocazione della commissione Sport e del Consiglio comunale: "Il nuovo stadio a Sesto sarebbe una sconfitta senza precedenti per Milano. Sala riferisca in aula". Il capogruppo di FI Alessandro De Chirico, infine, auspica che "Sala faccia tutto ciò che serve per evitare che il Milan vada a Sesto". Il rivale di Di Stefano alle Comunali del 12 giugno, Michele Foggetta, non crede nell’ipotesi Sesto per il nuovo stadio: "È una boutade del sindaco Di Stefano".

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