San Siro, il Comune: nessun conto alla rovescia

Lettera di risposta ai club: i 18 mesi di tempo per chiudere la questione stadio partiranno dal momento in cui ci sarà un progetto definitivo

San Siro (Newpress)

San Siro (Newpress)

Milano, 20 novembre 2019 - «Il conto alla rovescia non è ancora partito. E prima che parta serve che ci sia un progetto vero». Può essere sintetizzato così il senso della lettera inviata ieri dal Comune a Milan e Inter in merito al piano per la realizzazione di un nuovo stadio nell’area di San Siro. Un piano che le due società hanno sempre detto di voler definire nel più breve tempo possibile in modo da realizzare l’impianto per il 2023. Quella redatta dagli uffici dell’assessorato comunale all’Urbanistica, retto da Pierfrancesco Maran, è, allora, una lettera di risposta: sono stati i club i primi a prendere carta e penna. E lo hanno fatto attraverso i propri legali. Una «lettera formale» alla quale il Comune ha replicato ieri con una lettera altrettanto formale nella quale si mettono in evidenza quattro punti.

Il primo: l’assessorato ribadisce «la piena ed immediata disponibilità» ad incontrare le società, anche per capire la natura delle possibili funzioni sportive del Meazza. Nelle scorse settimane l’aula e l’esecutivo di Palazzo Marino hanno prescritto che San Siro resti in piedi accanto all’eventuale nuovo stadio e che i due impianti assolvano, come ovvio, a compiti diversi. L’ipotesi fin qui circolata è che un San Siro rifunzionalizzato ospiti le partite delle squadre giovanili e femminili di Milan e Inter, lasciando lo stadio bis alla prima squadra maschile di ambo i club.

Punto secondo: il Comune conferma di aver scritto nei giorni scorsi alla Sovrintendenza perché verifichi se sussista un vincolo sullo stadio attuale. A chiedere questa verifica sono state le società sebbene la stessa rappresenti un fattore di rallentamento di un possibile accordo tra le parti: infatti ci vorranno 4 mesi prima che la Sovrintendenza possa rispondere. 

Terzo punto: il Comune sottolinea nuovamente come lo studio di fattibilità presentato da Milan e Inter debba essere rivisto e corretto alla luce della diminuzione delle volumetrie disponibili sull’area di San Siro e delle necessità di immaginare per il Meazza un futuro diverso dalla demolizione. Questa revisione, spiega il Comune nella sua missiva, è necessaria anche per capire le ricadute dal punto di vista del piano finanziario, un piano già ritenuto carente dalla Conferenza dei Servizi. Per capire serve fare un altro passo indietro. Non più tardi di 12 giorni fa la Giunta comunale ha deliberato che l’indice volumetrico sul quale si deve basare ogni intervento nell’area di San Siro è quello già previsto dal Piano di Governo del Territorio, pari a 0,35. Le due società, nel progetto presentato a Palazzo Marino, prevedevano lo 0,63: una bella forchetta. Nella stessa delibera, come già detto, l’esecutivo di piazza Scala impone che San Siro resti in piedi. Ecco perché, si conclude nella lettera, i due club devono rivedere e ripresentare il progetto. 

Ed è qui che si innesta il quarto ed ultimo punto, il più importante forse: a fronte della richiesta delle due società di concludere l’iter autorizzativo per il nuovo stadio entro 18 mesi dall’avvio dello stesso in ossequio alla legge sugli stadi, Palazzo Marino precisa che proprio per effetto di quella legge il calcolo dei 18 mesi deve partire solo dal momento in cui c’è un progetto definitivo. Ma la fase nella quale si trova oggi la trattativa per il nuovo San Siro è differente: lo studio di fattibilità e il progetto che ne consegue, come appena detto, devono essere rivisti e ripresentati per via delle prescrizioni del Comune. La strada è ancora lunga e non priva di ostacoli. Ora tocca ai club replicare e decidere se ci sono le condizioni per investire sull’area di San Siro o se prendere in considerazione altre ipotesi, quale quella di Sesto San Giovanni.

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