San Siro, c’è il rischio ricorsi

Parere della Sovrintendenza, il Comitato del no: contrari alla demolizione del Meazza, il caso agli avvocati

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Il parere della Sovrintendenza ("San Siro non presenta interesse culturale e come tale è escluso dalle disposizioni di tutela") è stato un duro colpo per i residenti del quartiere che si oppongono alla realizzazione del nuovo stadio e alla demolizione quasi totale del vecchio Meazza. Ma il fronte del no non si arrende: "È una brutta storia. Ora vedremo come affrontarla. Abbiamo dei tecnici e degli avvocati che se ne occuperanno. Ricorso al Tar contro il parere della Sovrintendenza? Vedremo", sottolinea la portavoce del Comitato del no Silvana Gabusi.

Troppo fresca la ferita per aver già pronta la reazione. Gli abitanti del quartiere contrari al maxi-progetto proposto da Milan e Inter al Comune speravano che i tecnici del ministero per i Beni e le Attività culturali vincolassero almeno una parte del Meazza, ma il parere firmato dalla responsabile lombarda Francesca Furst sostiene esattamente il contrario. Sì, certo, il primo anello costruito nel 1926 e ampliato nel 1939 potrebbe avere un rilievo architettonico, ma è sovrastato dai troppo recenti secondo anello (1955) e terzo anello (1990). Risultato: San Siro può essere abbattuto.

I vertici rossoneri e nerazzurri sorridono perché uno scoglio è superato. Palazzo Marino, pur cauto perché le volumetrie proposte nel progetto dei club sono ancora troppo alte, non esclude un accordo. La difesa del Meazza è ormai una battaglia persa? La Gabusi non la pensa così: "Noi rimaniamo contro l’abbattimento di San Siro, perché tutti sanno che si può ristrutturare. Milan e Inter hanno deciso di fare un investimento pazzesco, ma non per il bene del calcio, ma per i loro interessi economici. Si tratta di un progetto devastante da tanti punti di vista, in primis per il consumo del suolo".

Nel fronte del no, intanto, si inscrivono anche i Verdi, con una nota firmata dai co-portavoce milanesi del movimento ambientalista Mariolina De Luca e Andrea Bonessa: "Finalmente la Soprintendenza regionale si è espressa e il sindaco e tutta la Giunta potranno dimostrare quale siano le loro reali intenzioni senza l’alibi o l’aiuto di scelte altrui. Lo stadio di San Siro è l’ultimo attacco della speculazione". Anche nella maggioranza di centrosinistra in Comune le voci critiche non mancano. Ci sono i dem Carlo Monguzzi ed Enrico Fedrighini, c’è il capogruppo di Alleanza civica, Marco Fumagalli, che in un commento a un post dell’assessore all’Urbanistica Pierfrancesco Maran sul parere della Sovrintendenza, scrive: "No pasaran". La città, intanto si divide tra favorevoli e i contrari. Il consigliere comunale di Milano in Comune Basilio Rizzo e il presidente del Municipio 7 Marco Bestetti (FI) propongono, separatamente, un referendum: che siano i milanesi a stabilire se la “Scala del calcio’’ va demolita o no. L’ex governatore lombardo e lumbard Roberto Maroni, invece, su Twitter si appella al sindaco Giuseppe Sala: "Che tristezza: abbattere San Siro è un oltraggio alla storia di Milano e dello sport. Caro Beppe, San Siro è patrimonio dell’umanità e deve diventare sito Unesco".

Sala, per ora, non si esprime sul parere della Sovrintendenza, ma nel suo consueto videomessaggio su Facebook annuncia che i lavori di restyling dell’Arena civica "termineranno ad agosto" e ricorda ai cittadini che "palestre e piscine potranno essere aperte da inizio giugno".

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